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pp0401I giubilei del ventesimo...

 

pp0401Il cammino sinodale...

 

p1102pPellegrini di speranza...

 

p1102pLa tradizionale processione...

 

 

pp2002In famiglia...

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immagine a quella di Pietro, dal momento che concede questa indulgenza plenaria in virtù dell'autorità apostolica di cui dispone in quanto successore di Pietro. È questa la novità del Giubileo, la “pienezza dell'indulgenza” è possibile per la “pienezza del potere” del Papa.Questo doveva essere chiaro a tutti, al punto che la bolla fu riprodotta e diffusa in molte copie, nonché incisa sulla facciata di San Pietro, dove oggi si trova in alto a sinistra della Porta Santa.Fu proprio per questo motivo che a questo Giubileo non presero parte i grandi sovrani d’Europa, restii a tributare un omaggio che poteva essere facilmente interpretato come una subordinazione a un pontefice che intendeva ripristinare l'ideale teocratico del pontificato romano. Certo è che i riscontri politici di cui abbiamo parlato poco interessavano ai pellegrini, che infatti si riversarono sull’Urbe in massa, nonostante le difficoltà che un viaggio tanto lungo poteva presentare (malattia, briganti, truffatori, i precari mezzi di trasporto, le strade malandate, etc.).Alcuni autori hanno provato ad esprimere numericamente questa moltitudine di pellegrini, c'è chi ci dice 200.000, chi 30.000, chi addirittura due milioni, ma tutti questi dati devono essere accolti come un tentativo di tradurre in cifre una situazione di stupore diffusa, per un movimento di persone veramente straordinario per i tempi.Questa moltitudine preoccupava per quanto concerne gli approvvigionamenti delle derrate alimentari, anche se il 1300 fu un anno favorevole dal punto di vista della disponibilità dei prodotti agricoli e si denunciò solo mancanza di fieno per i cavalli, e l'adeguamento delle strutture necessarie ad accogliere un numero così elevato di persone.A questo proposito, non vi furono interventi edilizi preventivi, per preparare la città al soggiorno dei pellegrini, perché il Giubileo non era atteso, fu spontaneo e nacque dal basso. Dal momento che non si ebbe modo di programmarlo, si cercò di

rispondere tempestivamente ai problemi che si presentavano: visto l'ingente flusso di pellegrini, il ponte di Castel Sant'Angelo, allora unica via d'accesso alla basilica, venne diviso in due sensi di marcia; fu aperta una nuova porta nelle mura della città, quella che oggi è chiamata Porta Castello.

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Più complessa risulta la situazione degli alloggi, dal momento che all’epoca, a Roma, vi erano appena sei alberghi pubblici, non solo circondati di pessima fama, ma anche di “ospitalità assai cara” secondo il cronista del tempo Guglielmo Ventura. Proprio per questo motivo ebbero un ruolo decisivo, tra le strutture di ospitalità, gli ospizi per pellegrini, gestiti da associazioni religiose, e le attività caritative dei molti stranieri residenti a Roma, che, mobilitandosi per migliorare le condizioni dei propri connazionali giunti nell'Urbe, diedero vita ai diversi istituti ed ospizi per la cura e l'assistenza dei gruppi nazionali.In ogni caso, andando oltre le varie difficoltà, il primo Giubileo del 1300 fu un successo, un evento senza precedenti che rese Roma il centro del mondo cristiano.Con l'istituzione del Giubileo, Bonifacio non solo andò incontro alle esigenze spirituali della gente, ma accrebbe anche la sua potenza. Si trattò dell'affermazione di una tarda teocrazia, il cui manifesto sarebbe stato la Unam Sanctam del 1302; si trattò del tentativo di lasciare ai posteri un'impronta del proprio pontificato da parte di un Papa dalla complessa personalità e il cui operato ha generato estimatori e detrattori, ma mai indifferenza.

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In un’epoca spesso dominata dall’individualismo, dedicare il proprio tempo agli altri è un segno profetico e una testimonianza di amore autentico. Ogni servizio offerto ai pellegrini e alla comunità è infatti una possibilità per crescere non solo come cristiani, ma anche come cittadini responsabili e sensibili. Così come il Natale ci invita a preparare il nostro cuore per accogliere Cristo, il tempo del Giubileo è un’opportunità per rinnovare il nostro spirito di servizio e di comunione. Attraverso la preghiera, la formazione e il dialogo comunitario, abbiamo rafforzato il senso della nostra missione e in alcuni casi riscoperto il valore profondo del nostro operato. Questo cammino verso il Giubileo non è stata e non sarà solo un’organizzazione logistica, ma un’opportunità per riflettere sul significato della misericordia, del perdono e della fraternità. In un mondo segnato dalle divisioni e

dall’indifferenza, il nostro servizio può diventare un segno di speranza e di unità. Nel nostro cammino sinodale, intrapreso insieme a tutta la Chiesa, abbiamo condiviso idee e riflessioni che ci hanno permesso di crescere come comunità. Questo spirito sinodale, che ci invita a camminare insieme, è la chiave per affrontare con successo le sfide che ci attendono. Il Giubileo sarà un momento in cui la nostra capacità di accogliere e servire sarà messa alla prova, ma sarà anche una straordinaria occasione per mostrare al mondo che la Chiesa è viva, accogliente e piena di speranza. In questo tempo di grazia, vi invito a vivere il Natale con il cuore aperto, lasciandovi illuminare dalla luce di Cristo ora che questo grande momento è arrivato. Sia un Natale di pace e di serenità per voi e le vostre famiglie, e che il Bambino Gesù rinnovi in ciascuno di noi la forza e l’entusiasmo per servire con amore e generosità.

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