pienamente la sua umanità e vivere la sua dignità.
Nelle due facce del lavoro, oggettivo e soggettivo, Giovanni
Paolo II ricorda che il lavoro è «per l’uomo» e non
l’uomo «per il lavoro» e quindi, sicuramente, c’è una preminenza
del significato soggettivo del lavoro su quello oggettivo.
E, pertanto, pur considerando che i tanti lavori cui
si dedica l’uomo possono avere maggiore
o minore valore oggettivo, ognuno
dev’essere misurato con il metro della
dignità della persona che lo svolge. Proprio
partendo da questa angolazione
soggettiva della dignità del lavoro, Giovanni
Paolo II evidenzia la «minaccia al
giusto ordine dei valori», considerato
che il «pericolo» di ritenere il lavoro
come merce esiste sempre e, soprattutto,
laddove si dia primaria rilevanza alla
dimensione oggettiva del lavoro, a discapito
di quella soggettiva. In altri termini,
la persona non deve e non può essere
trattata come strumento di produzione,
bensì come artefice della stessa,
cioè come «vero scopo di tutto il processo
produttivo».
È importante sottolineare che, inoltre, Giovanni Paolo II
auspica che questa concezione del giusto ordine dei valori
dovrebbe avere un ruolo fondamentale nell’ambito della
politica sociale ed economica, non solo all’interno dei singoli
Paesi, ma anche nei rapporti internazionali in tutto il
mondo, sia sull’asse Occidente-Oriente, sia tra il Nord e il
Sud della Terra. E proprio lo sguardo ampio di Giovanni
Paolo II sul panorama mondiale fa evidenziare le generali
condizioni di vita e di lavoro, con ingiustizie anche più
gravi di quelle che, in passato, portarono i lavoratori, di
fronte alla “questione operaia”, a creare forti solidarietà
tra loro. Sono dunque necessari, oggi più che mai, nuovi
“movimenti di solidarietà” – afferma Papa Giovanni Paolo
II – «degli» uomini del lavoro e «con» gli uomini del lavoro,
soprattutto laddove ci sia degrado sociale, sfruttamento
dei lavoratori, miseria e fame: in poche parole violazione
della dignità umana. È vero che l’uomo è chiamato al
lavoro, attraverso il quale egli realizza se stesso, in ogni
ambito, ma è altrettanto vero che l’uomo non può, a causadel lavoro, ledere la sua dignità. Aggiunge il Pontefice
Giovanni Paolo II che questa vocazione lavorativa non
solo conduce alla realizzazione soggettiva dell’essere
umano, ma costituisce altresì il fondamento della vita familiare. E in effetti l’attività lavorativa è indubbiamente |
necessaria
sia per approntare i mezzi di sussistenza indispensabili
per la famiglia, sia per garantire quello
che Giovanni Paolo II chiama il «processo di educazione
» nella famiglia. È da sottolineare, peraltro,
che il lavoro non solo è fondamentale per il valore
famiglia, ma anche per un valore più ampio: l’uomo
infatti deve intendere il suo lavoro anche come
contributo per il bene comune e come arricchimento
del patrimonio della «famiglia umana», la famiglia
cioè formata da tutte le persone del mondo.
I. Introduzione (1. Il lavoro umano a novant’anni
dalla “Rerum novarum”; 2. Nello sviluppo
organico dell’azione e dell’insegnamento sociale
della Chiesa; 3. Il problema del lavoro, chiave
della questione sociale);
II. Il lavoro e l’uomo(4. Nel Libro della
Genesi; 5. Il lavoro in senso oggettivo: la tecnica;
6. Il lavoro in senso soggettivo: l’uomo-soggetto
del lavoro; 7. Una minaccia al giusto ordine dei
valori; 8. Solidarietà degli uomini del lavoro; 9.
Lavoro: dignità della persona; 10. Lavoro e società:
famiglia, nazione);
III. Il conflitto tra lavoro e capitale nella presente
fase storica (11. Dimensioni di tale conflitto; 12. Priorità
del lavoro; 13. Economismo e materialismo; 14.
Lavoro e proprietà; 15. Argomento “personalistico”);
IV. Diritti degli uomini del lavoro (16. Nel vasto
contesto dei diritti dell’uomo; 17. Datore di lavoro: “indiretto”
e “diretto”; 18. Il problema dell’occupazione;
19. Salario e altre prestazioni sociali; 20. L’importanza
dei sindacati; 21. Dignità del lavoro agricolo; 22. La
persona handicappata e il lavoro; 23. Il lavoro e il problema
dell’emigrazione);
V. Elementi per una spiritualità del lavoro (24. Particolare
compito della Chiesa; 25. Il lavoro come partecipazione
all’opera del Creatore; 26. Cristo, l’uomo
del lavoro; 27. Il lavoro umano alla luce della Croce e
della Risurrezione di Cristo). |