«Pellegrini di speranza»: questo è il motto scelto dal Santo Padre per la celebrazione dell’ormai imminente Giubileo Ordinario del 2025. Nella lettera che ha indirizzato a S.E. Mons. Rino Fisichella l’11 febbraio 2022 Papa Francesco ha spiegato i motivi della scelta. Evocando le sofferenze provocate dalla pandemia Covid, la quale «oltre al dolore, ha suscitato talvolta nel nostro animo il dubbio, la paura, lo smarrimento», il Papa ha sentito la necessità di riaccendere la fiaccola della speranza, sollecitando azioni efficaci affinché «ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante». Il Giubileo, quindi, mira, tra l’altro, afavorire «la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza». L’Anno Santo del 2025 è stato indetto dal Santo Padre il 9 maggio scorso, in occasione della celebrazione dei Secondi Vespri della Solennità dell’Ascensione. Seguendo la tradizione plurisecolare, è stata data lettura ad ampi stralci della relativa Bolla, intitolata Spes non confundit, «la speranza non delude» (cfr. Rm 5,5). Con questo titolo, preso dalla Lettera ai Romani, il Papa indica che la speranza è il messaggio centrale di questo Giubileo. Al riguardo, formula questo auspicio: «Per tutti, possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, “porta” di salvezza (cfr. Gv 10,7.9); con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale “nostra speranza” (1 Tm 1,1)» (n. 1). Con queste parole, Papa Francesco sottolinea che al cuore dell’Anno Santo vi è un incontro: la meta del pellegrinaggio giubilare è l’incontro con Gesù Cristo, sorgente della nostra speranza. 1. La Porta Santa In questo contesto, possiamo capire meglio il significato della Porta Santa, uno dei segni più conosciuti dell’Anno Santo. La porta è un simbolo biblico che Gesù applica a se stesso: «Io sono la porta delle pecore: se uno entra attraverso di me, |
sarà salvo» (Gv 10,7.9). Simboleggia, quindi, l’incontro con l’amore misericordioso di Gesù, sempre disposto ad accogliere e a perdonare. Questo segno è particolarmente caro ai membri dell’Associazione Ss. Pietro e Paolo, i quali hanno l’impegno della custodia della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano. Questo servizio fu assicurato dai Soci per la prima volta durante l’Anno Santo del 1975 e fu confermato in tutti i successivi Giubilei. È certamente un impegno che richiede tanti sacrifici ma è bello poter servire in questo modo il Signore della misericordia, assicurando ai pellegrini che giungono a San Pietro da ogni parte del mondo un accesso accogliente, ordinato e dignitoso. La Porta Santa non era un elemento del primo Anno Santo. Infatti, per quanto riguarda gli anni giubilari, l’adozione di una porta santa sembra da attribuire al Papa Martino V che, per il Giubileo del 1423, decise di aprirne una per dare accesso alla Basilica di San Giovanni in Laterano. Nel 1500, per dare risalto a questo simbolo dell’inaugurazione dell’Anno Santo, Papa Alessandro VI stabilì che si aprisse la porta santa in tutte le Basiliche Papali: San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le Mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore. 2. L’indulgenza giubilare Ogni Anno Santo è un’espressione particolare della misericordia e del perdono di Dio. Fin dal primo Anno Santo, celebrato nel 1300, viene concessa l’indulgenza giubilare. Mi limito qui ad una breve presentazione dell’indulgenza giubilare del 2025, rimandando ad un altro articolo la spiegazione più particolareggiata del termine stes- |
Inizio pagina |