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Anno XLIXI Numero 1 | fide constamus avita | Gennaio-Aprile 2021 |
Il recente viaggio del Santo Padre in Iraq, storico in quanto
prima visita di un Papa nella terra di Abramo, è stato
un vero segno di speranza per un popolo martoriato da
anni di guerra e terrorismo, e tuttora sofferente per la
pandemia in corso. Gli ostacoli da superare erano seri:
l’insicurezza, l’impennata dei contagi, le numerose voci
che sconsigliavano un
viaggio del genere, ritenuto
pericoloso e imprudente…
Il Papa, invece,
dopo aver ponderato le
difficoltà, ha deciso con
grande serenità di andare,
per non deludere gli
iracheni che lo aspettavano.
Come ha spiegato
ai giornalisti nel volo di
ritorno a Roma: «Ho
pensato tanto, ho pregato
tanto su questo e alla
fine ho preso la decisione,
liberamente, che veniva
da dentro. E io ho
detto: Colui che mi dà di
decidere, si occupi della
gente. E così ho preso la decisione, così, ma dopo la
preghiera e dopo la consapevolezza dei rischi». |
Perdono e speranza: due parole intimamente legate al viaggio del Papa in Iraq, due parole centrali nel Vangelo, due parole che possiamo pronunciare e sperimentare grazie alla presenza del Risorto in mezzo a noi.
Come possono testimoniare
innumerevoli
generazioni di cristiani,
la risurrezione di Gesù è
davvero la verità centrale sulla quale possiamo costruire
l’intera nostra esistenza. Sì, Gesù è vivente! Sì, Gesù ci
accompagna e ci guida sempre! Sì, sta in mezzo a noi, ci
infonde coraggio e speranza e ci dà la capacità di perdonare
e amare, come fece nella prima comunità dei discepoli,
come sta facendo nelle comunità cristiane perseguitate
dell’Iraq e di altre regioni del mondo, come continua
a fare ogni giorno nella vita di coloro che con fiducia si rivolgono
a Lui. |
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