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  Anno LI Numero 2 fide constamus avita Maggio - Aosto 2023

 

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La liturgia della parola di oggi è tutta attraversata dal concetto di paura. Il profeta Geremia ha paura, sente su di sé la pressione dei persecutori che lo avversano, lo deridono, lo calunniano: terrore all’intorno. Nella seconda lettura l’Apostolo Paolo parla della redenzione di Cristo che ci riscatta dalla morte, la grande madre della paura. Morte che si è propagata in tutti gli uomini perché tutti hanno peccato, come dice Paolo. Nel brano evangelico Gesù invita ripetutamente a non avere paura. Lo dice in riferimento all’ostilità che i discepoli incontreranno nella loro missione. Il

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«C'è tanto bisogno di mettere insieme competenze e creatività. Ce lo ricordano anche le recenti calamità come le inondazioni che hanno colpito in questi giorni l'Emilia-Romagna, alla cui popolazione rinnovo di cuore la mia vicinanza! » (dal Regina Caeli del Santo Padre Francesco, domenica 21 maggio 2023). È stata questa la scintilla che ci ha fatto capire il messaggio. Quelle parole ci hanno fatto riemergere dalla nostra quotidiana comodità. È stata questa frase a risuonare nelle nostre orecchie e nel nostro cuore come un suono di tromba. Il Papa ci ha richiamato alla realtà della vita. E noi abbiamo risposto. Queste parole hanno riacceso in noi l'entusiasmo di vivere. E, senza alcun timore, nel giro di poche ore, ci siamo organizzati e siamo partiti. Il pulmino era pieno, ma ero riuscito a trovare un posto. L’ultimo. Appoggiavo stanco la testa sul vetro,

e guardavo fuori: quell’immensa distesa verde correva insieme a me. Fino a quando non è arrivata l’immagine disastrosa, l’acqua aveva inondato tutto. Faenza era in ginocchio. Poi, il tanto desiderato arrivo: Forlì, una delle cittadine più ferite della Romagna. Percorrevo le sue vie, infangate e polverose; i nostri sguardi si soffermavano sui cartel-

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