In occasione dell’undicesima edizione 24 ore per il Signore
il Dicastero per l’Evangelizzazione ha pubblicato un
sussidio pastorale per vivere pienamente questa lodevole
iniziativa che si è svolta da venerdì 8 a sabato 9 marzo
2024. Così si apre il sussidio: «“Camminare in una vita
nuova” (Rm 6,4) è il motto scelto da Papa Francesco per
la celebrazione delle 24 Ore per il Signore di quest’anno.
In queste parole dell’Apostolo si sente risuonare quello
che il Santo Padre ha affermato nella sua Lettera Apostolica
Misericordia et misera: «La misericordia rinnova e redime,
perché è l’incontro di due cuori: quello di Dio che
viene incontro a quello dell’uomo. Questo si riscalda e il
primo lo risana: il cuore di pietra viene trasformato in cuore
di carne, capace di amare nonostante il suo peccato.
Qui si percepisce di essere davvero una “nuova creatura”
(cfr. Gal 6,15): sono amato, dunque esisto; sono perdonato,
quindi rinasco a vita nuova;sono stato “misericordiato”,
quindi divento strumento di misericordia» (n.16). Il perdono
è il segno dell’amore, il suo culmine, perché ognuno di
noi sa che ha bisogno di essere perdonato e di diventare
a sua volta strumento di perdono per gli altri. Quando si
ama si agisce affinché la persona amata possa di nuovo
riprendere una vita di comunione, di relazione piena e
perfetta. Le 24 Ore per il Signore testimoniano proprio
questo».
Il sussidio pastorale, a uso
di parrocchie e comunità religiose,
ci offre una catechesi
completa e chiara sul perdono
e il Sacramento della
Confessione.
C’è una domanda che apre
la prima parte del sussidio:
«Il perdono è fuori moda od
ossigeno indispensabile per
la vita?». È una domanda
che dovrebbe risuonare forte
in ciascuno di noi. Credo
che tutti abbiamo fatto
l’esperienza tutta umana di
essere perdonati da chi ci
vuole bene e ci è accanto. In
quelle occasioni abbiamo
sperimentato che il perdono
ci ha fatto bene: abbiamo
riacquistato fiducia in noi
stessi e ci siamo sentiti migliori. In altre circostanze abbiamo
vissuto la fatica di perdonare chi ci ha offeso, tradito
e ferito. Il non perdonare ci lascia
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inquieti e tristi, rende
il cuore indurito e pieno di rancore. Nella vita di fede abbiamo
vissuto la grazia del Sacramento del Perdono che
ci ha ridonato la gioia di essere amati da un Dio che è Padre
buono e ci ha donato la forza di amare il nostro prossimo.
Mi piace ricordare un passaggio di quella “prima omelia”
Gli scritti di Teresa contengono racconti di diversi di Papa Francesco, il 17 marzo 2013 nella chiesa di Sant’Anna
in Vaticano. Commentando l’incontro di Gesù con
Matteo, il pubblicano, il Santo Padre fece una breve ma
profonda riflessione. Ricordò che Dio perdona sempre,
che Dio non si stanca di perdonare, mentre noi facciamo
fatica a perdonare!
Possiamo dire che il tema del perdono e della misericordia
è stato ed è al centro del pontificato di Papa Francesco.
Possiamo fare memoria della sua intuizione di indire
un Giubileo straordinario della Misericordia: dalla Solennità
dell’Immacolata Concezione 8 dicembre 2015 alla Solennità
di Cristo Re il 20 novembre 2016.
Nella Bolla d’Indizione Misericordiae Vultus il Papa ci dice
che Gesù ci rivela il volto di Dio che è Padre buono e misericordioso.
Quell’anno santo straordinario fu contrassegnato
dall’apertura della “Porta della Misericordia” in ogni
Chiesa Cattedrale del mondo.
Al termine dell’Anno della Misericordia il Papa scrisse una
lettera apostolica che il sussidio del Dicastero per l’Evangelizzazione
richiama all’inizio e in altre parti del testo: è
la lettera Misericordia et misera. Il titolo è preso da un
commento di Sant’Agostino al brano del Vangelo di Gesù
e l’adultera, narrato da Giovanni 8, 1-11. Importante è il
passaggio in cui si parla del Sacramento del Perdono: il
Papa ci ricorda
quanto vitale sia il
perdono per la nostra
vita: «La celebrazione
della misericordia
avviene
in modo del tutto
particolare con il
Sacramento della
Riconciliazione. È
questo il momento
in cui sentiamo
l’abbraccio del Padre
che viene incontro
per restituirci
la grazia di essere
di nuovo suoi figli.
Noi siamo peccatori
e portiamo
con noi il peso della
contraddizione
tra ciò che vorremmo
fare e quanto invece concretamente facciamo
(cfr Rm 7,14-21); la grazia, tuttavia, ci precede sempre, e
assume il volto della misericordia che si rende efficace
nella riconciliazione e nel perdono. Dio fa comprendere il
suo immenso amore proprio davanti al nostro essere peccatori.
La grazia è più forte, e supera ogni possibile resistenza,
perché l’amore tutto vince (cfr 1 Cor 13,7).
Nel Sacramento del Perdono Dio mostra la via della conversione
a Lui, e invita a sperimentare di nuovo la sua vicinanza. È un perdono che può
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