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Domenica, 26 Novembre 2023, come da tradizione, in preparazione al Santo Natale, numerosi soci e aspiranti hanno partecipato al Ritiro Spirituale presso l’antica Casa dei Padri Passionisti al Celio. Dopo le Lodi mattutine presiedute da Mons. Murphy, P. Nuno Filipe Ventura Martins, C.P., dottorando in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana, ha condiviso due impegnative meditazioni partendo dall’esegesi del versetto “Mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, tratto dalla Seconda Lettera dell’Apostolo Pietro (2 Pt 3,12).
Nella prima meditazione, P. Nuno ha sottolineato la peculiarità intrinseca della parola aspettare contenuta nel versetto, poiché siamo abituati ad aspettare la venuta del Signore. Si dice che l’Avvento è il tempo dell’attesa, però Pietro ci invita ad affrettare questa venuta.Come possiamo noi affrettare questa venuta? Il Dio che ci ha creato senza di noi non ci salverà senza di noi, il Dio che ha voluto la salvezza degli uomini per venire, per diventare uomo ha avuto bisogno del sì di una creatura umana, Maria Santissima e se anche oggi il Signore vuole venire a noi ha bisogno del nostro sì. Il brano del Vangelo che ci ha accompagnato durante la mattinata è stato il brano dell’Annunciazione a Maria, secondo l’evangelista Luca (Luca 1,26,38). Il tempo di Avvento è il tempo della attesa ma anche il tempo della speranzanon passiva ma attiva. Il tempo dell’Avvento è così il tempo dell’attesa e della speranza perché sappiamo che il Signore mai ci lascia soli. Il Signore è il primo che fa il primo passo per venire incontro a noi. Nella Lettera ai Colossesi, Paolo dice: Cristo è, in voi, la speranza e la gloria. Cristo è vera speranza. In tempo di Avvento la Chiesa fa memoria delle tre venute di Cristo nella storia umana. La venuta storica: la nascita di Cristo a Betlemme; poi la venuta futura di Cristo nella Gloria, quello che noi chiamiamo la parusia; infine la venuta più comune e più nascosta: la venuta di Cristo ogni giorno. Cristo viene a noi ogni giorno nei sacramenti.
Nella seconda meditazione, P. Nuno si è soffermato sul significato della parola affrettare. Nel brano dell’Annunciazione a Maria, la gioia e la felicità si trovano nell’amore, nell’esperienza di essere amati senza meriti, senza alcun ritorno.
Ogni essere umano è amato da Dio. È l’amore di Dio che ci sottrae alla paura della solitudine. Dobbiamo scoprire l’amore redentore. Soltanto l’amore di Dio è capace di redimere la nostra

vita; noi avanziamo nella vita solo con l’amore che ci sveglia, capace di cambiare la nostra vita. Nella vita degli evangelizzatori vi sono tre regole basilari: 1) non avere paura; 2) non mettere paura; 3) liberare dalla paura. Gesù non era autoritario ma aveva autorità, non usava la forza ma era credibile. Prima del sì umano c’è il sì divino. Un sì umano di gratitudine ad un sì divino di redenzione immeritato. L’amore di Dio arriva attraverso un sussurro degli angeli. Gesù ci accompagna nelle difficoltà della nostra vita. Essere padre è essere vicino al figlio, per crescere: io sono con te, non seisolo, dice il padre al figlio. Il sì di Maria è di consegnare la sua vita a Dio, vuol dire mettere il cuore nelle mani di Dio.

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Successivamente, la Santa Messa è stata concelebrata da Mons. Murphy e da P. Nuno. Commentando le letture del giorno, ha evidenziato la responsabilità di appartenere al regno di Dio. Nella prima lettura, tratta dal profeta Ezechiele, il nostro Dio si prende cura del suo gregge, per descrivere la sua azione pastorale. La sua azione è rivolta a cercare, a guarire, a vegliare, a raccogliere dalla dispersione, a pascere. È confortante sentire che siamo amati così da Gesù che si prende cura di noi. Ci sana e ci portaai pascoli più belli. Ma c’è anche il giudizio di Dio, elemento centrale della fede cristiana che ci porta alla responsabilità della nostra vita cristiana. Occorre così chiedersi che cosa sto facendo di questo dono concesso da Dio che è la vita? L’altro elemento centrale delle letture è la misericordia. Accogliere Cristo richiede di aprire il cuore alla miseria dell’umanità sofferente. L’unica verità di Cristo è la misericordia, che si traduce in opere concrete e non in sentimenti, si parla infatti di opere di misericordia. La misericordia comincia nel cuore e finisce nelle mani. Come ci ricorda San Giovanni della Croce è la misericordia che ci fa entrare nel regno di Cristo.
Nel pomeriggio, dopo la recita del Santo Rosario nel suggestivo quadro del parco, la giornata si è conclusa con la preghiera dei Vespri e la Benedizione.

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