Non sta mai fermo, è un pellegrino. È convinto che la speranza non delude (cfr. Rm 5,5) ed è sicuro della sua destinazione, la vita eterna, verso la quale dirige tutti i suoi pensieri, azioni ed energie. Questa speranza dà senso alla sua vita, ai suoi progetti e alle sue azioni. La speranza ci fa pregustare la salvezza: «Nella speranza […] siamo stati salvati» (Rm 8,24). Queste convinzioni sono di fondamentale importanza per la nostra vita. Al riguardo, Papa Benedetto XVI scrisse: «La “redenzione”, la salvezza, secondo la fede cristiana, non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino» (Lettera enciclica Spe salvi, n. 1).
Il messaggio di Natale è proprio questo. La nostra speranza è affidabile. Rendendosi visibile, facendosi uno di noi, Dio ci rassicura che possiamo fidarci. Malgrado la fatica del cammino, la meta è sicura. Vale la pena impegnarci. La vita eterna non è un sogno utopico o illusorio. Non è neanche una semplice continuazione della vita terrena. È la pienezza della vita, già iniziata in noi con il nostro battesimo. È la vita con Dio, la vita vera, la vita beata, la felicità. È impossibile per noi capire cosa sia la vita eterna, poiché non ne abbiamo esperienza. Tuttavia, consapevolmente o no, la desideriamo e cerchiamo. Papa Benedetto tenta una spiegazione, che ci può aiutare: «Possiamo soltanto cercare di |
uscire col
nostro pensiero dalla temporalità della quale siamo
prigionieri e in qualche modo presagire che l’eternità non sia un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità. Sarebbe il momento dell’immergersi nell’oceano dell’infinito amore, nel quale il tempo – il prima e il dopo – non esiste più. Possiamo soltanto cercare di pensare che questo momento è la vita in senso pieno, un sempre nuovo immergersi nella vastità dell’essere, mentre siamo semplicemente sopraffatti dalla gioia» (Spe salvi, n. 12).
La speranza cristiana mira alla pienezza della gioia e della felicità che è la vita eterna. Questa speranza è affidabile, perché Dio è fedele alle sue promesse e si è manifestato a noi nell’incarnazione del suo Figlio. Accogliamo quindi il messaggio di Natale, apriamo il cuore allavenuta di Cristo, lasciamoci inondare dalla speran-za che ci indica la giusta direzione e ci spinge ad alzarci, ad impegnarci e a metter-ci in cammino. Con questi pensieri, insieme al Vice Assistente, Mons. Ivan Santus, auguro un buon e santo Natale a tutti i Soci, Aspiranti e Allievi, ai vostri cari e a tutti i nostri lettori.
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