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pp0101Benedetto XVI e l'Associazione

 

pp0401Dio è sempre nuovo...

 

pp0401I miei giorni con Bendetto...

 

pp0401Visita ad Anagni...

 

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niente di meno che la vita del Risorto. Mediante il battesimo diventiamo figli adottivi di Dio; diventiamo un altro Cristo. La vita di Cristo diventa nostra, come si rende conto san Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). Ciò non significa che la nostra identità personale sia soppressa. Vuol dire che abbandoniamo una forma di esistenza chiusa in noi stessi per entrare in una realtà più grande insieme ai nostri fratelli e sorelle battezzati. Diventando una cosa sola con Cristo, superiamo il nostro isolamento e veniamo trascinati in una nuova vita, la vita risorta. Cristo ci attira a sé, ci accompagna, ci afferra saldamente, anche quando vacilliamo. Da soli possiamo fare molto poco, ma se viviamo uniti a Gesù Cristo, secondo la nostra condizione battesimale, possiamo trasformare il mondo. Anche se un giorno moriremo, sappiamo che, poiché possediamo il seme della vita eterna risorgeremo per condividere

la vita definitva con Dio.

Mentre celebriamo la gioia della Pasqua, approfondiamo la nostra unione con il Risorto. Lo facciamo attraverso la preghiera, senza la quale i nostri progetti umani alla fine non possono avere successo. Lo facciamo ascoltando le sue parole nella Sacra Scrittura e ricevendo la grazia della vita nuova nei sacramenti. Il Sacramento della Penitenza ci permette di ricominciare ogni volta che siamo infedeli e ci separiamo da Cristo a causa del peccato. L’Eucaristia è il sacramento che comunica l’amore divino, che trasforma tutta la realtà e ci permette di irradiare quell’amore intorno a noi, specialmente verso tutti coloro che si trovano nel bisogno.

Insieme al nostro Vice-Assistente, Mons. Ivan Santus, auguro a tutti i nostri membri e lettori una felice e benedetta Pasqua. (Mons. Joseph Murphy)

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Il tempo della Santa Pasqua rappresenta per ogni cristiano un momento di profonda emozione e condivisione della propria fede anche attraverso l’incontro e lo stare insieme. Per molto tempo, a causa della crisi pandemica, la condivisione di momenti vissuti fisicamente insieme non è stata possibile. Probabilmente, proprio quella impossibilità ci ha fatto comprendere meglio quanto sia importante per tutti noi esseri umani avere la possibilità di confrontarci, di vivere gli uni accanto agli altri momenti più o meno significativi delle nostre vite. La Pasqua, in questo senso, è certamente un fondamentale tempo di gioia, preghiera e riflessione; un tempo che le celebrazioni ci consentono di vivere con partecipazione e oggi, finalmente, possiamo tornare a respirare con reciproca vicinanza il suo messaggio di rinascita e di luce che vince sulle tenebre.
Da Presidente della gloriosa Associazione Ss. Pietro e Paolo so bene quanto impegno e dedizione vengano p02_02profusi dai nostri Soci ogni qual volta siamo chiamati a offrire il nostro servizio in occasioni di eventi e celebrazioni presso le Basiliche Papali. Al termine della fase più dura legata alla pandemia, il ritorno a una normalità che tanto abbiamo sperato e atteso ci ha trovati pronti per proseguire nella nostra opera di

accoglienza dei pellegrini e dei fedeli che sono tornati ad affollare i più importanti eventi celebrati dal Santo Padre. L’operato del Sodalizio non si è comunque mai interrotto; abbiamo sempre promosso attività di sostegno e solidarietà, abbiamo sempre continuato a lavorare per organizzare al meglio le tante opere che caratterizzano l’Associazione, fiduciosi che saremmo nuovamente tornati alle nostre consuete mansioni, a contatto con i fedeli che oggi, da ogni parte del mondo, sono tornati ad affollare San Pietro.
Eppure, lasciandoci alle spalle un periodo duro come quello della pandemia, ci siamo tutti trovati proiettati in un nuovo drammatico tempo: la guerra, le evidenti crisi che attraversano trasversalmente strati diversi della nostra società, nuove paure e vecchi conflitti che sembrano non smorzarsi. Allora il tempo della Pasqua diventa opportunità di riflessione, possibilità di raccogliere nel messaggio di Gesù la forza e la volontà di fare ognuno, nel proprio piccolo, una parte che vada verso il bene. Mettere luce nelle tenebre quotidiane. Si può fare il bene in molti modi - il Santo Padre ce lo ricorda sempre scuotendoci dal torpore nel quale tutti rischiamo sempre di adagiarci -, e credo che come comunità di fedeli laici al servizio della Chiesa, la grande occasione che abbiamo sia quella di fare il bene servendo i pellegrini e i fedeli con profondo spirito di accoglienza e di vera fratellanza. La cosa migliore che ognuno di noi può e deve fare per dare il suo contributo all’interno di una grande famiglia cristiana come l’Associazione, è fare ciò che il Sodalizio si è sempre impegnato a portare avanti: accogliere e condividere. Può sembrare scontato, facile, semplice. Ma non c’è mai nulla di scontato nel

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