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La reazione non si fa tardare: «Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta» (Mt 21,45-46).
Nel suo coraggioso discorso davanti al Sinedrio qualche tempo dopo la risurrezione di Gesù, Pietro applica lo stesso versetto a Gesù, come prova di quanto i capi del popolo sbagliassero riguardo a Gesù: «Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è, infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (Atti 4,11-12).
Questo salmo viene cantato ogni domenica nella Liturgia delle ore, talvolta durante le Lodi, talvolta all’Ora media. Così, nel primo giorno della settimana, giorno della risurrezione, siamo invitati a cantare con gioia la vittoria di Cristo e il dono della vita nuova, che il Risorto offre a tutti noi. Vi invito a leggere con calma questo meraviglioso testo, intriso di accenti di gioia, amore e gratitudine.
Il salmista insiste che «Dio è buono, eterna è la sua misericordia». Nella sua angoscia non esita a rivolgersi a Dio, sicuro che lo salverà da ogni pericolo. Infatti, se il Signore è con noi, che cosa può farci gli uomini? Il salmista ne è convinto: «È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo» (v. 8). Con l’aiuto di Dio il salmista sconfigge i suoi nemici, viene tratto in salvo, viene provato duramente ma non viene consegnato alla morte.
Pieno di gioia, il salmista vuole esprimere davanti al popolo la sua gratitudine.

Guida la processione fino alle porte del tempio e chiede di poter entrare. I custodi gli danno acceso dopo aver ammonito: «È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti» (v. 20).
L’orante ringrazia Dio per averlo salvato: «Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito, perché sei stato la mia salvezza» (v. 21). L’azione del Signore, che non abbandona neppure chi si trova nelle situazioni più disperate, desta stupore; il popolo riconosce che Dio ha agito con potenza e reagisce con gioia e gratitudine: «La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo; ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso» (vv. 22-24).
Anche noi possiamo unirci alle voci del popolo in festa, chiedendo il dono della salvezza e della vittoria. Dio è davvero nostra luce e nostra salvezza, è buono e misericordioso; perciò, riconosciamolo come nostro Dio, rendiamogli grazie ed esaltiamolo. In questo salmo viene preannunciata la vittoria definitiva di Cristo sulla morte.
Rispetto all’orante dell’Antico Testamento, a causa della risurrezione di Gesù, abbiamo motivi ancora più grandi per avere fiducia nel Dio che salva da ogni pericolo e offre il dono della vita nuova e definitiva. Preghiamo che questo tempo di Pasqua sia per tutti un tempo di rinnovata fede, speranza e gioia nel Signore. Insieme al nostro Vice Assistente, Mons. Ivan Santus, auguro a tutti i nostri Soci, Aspiranti e Allievi, come pure ai vostri cari, una buona e santa Pasqua.

(Mons. Joseph Murphy)

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Sono soprattutto valori che il nostro Sodalizio ha sempre posto alla base del proprio operato e che tutti insieme siamo sempre chiamati a sostenere nel nostro servizio. Negli ultimi anni, attraversando le grandi difficoltà legate alla pandemia e a una situazione sociale estremamente complessa, ci siamo ritrovati a esprimere la nostra promessa di impegno nell’accoglienza con grande determinazione. La nostra Associazione ha vissuto anche una fase di rinnovamento e di importanti progetti portati avanti grazie al lavoro di molti volenterosi.
Oggi, la celebrazione della Pasqua e dei suoi valori, rappresenta anche la vigilia di un evento di straordinaria portata come il Giubileo del 2025. Così come la Pasqua, il Giubileo ci invita a considerare la possibilità di una rinascita spirituale e personale. Ci ricorda che nella vita ci sono sempre opportunità di perdono, di rinnovamento e di crescita personale. In un mondo segnato da conflitti, divisioni e sofferenze, la Pasqua e il Giubileo offrono una via per la riconciliazione e la speranza. Ci invitano a guardare oltre le nostre differenze e a celebrare ciò che ci unisce: la ricerca del significato, della compassione e della redenzione. Per tutti noi, impegnati nelle attività del Sodalizio, il Giubileo rappresenta anche il grande impegno che ci vedrà coinvolti direttamente nella gestione e organizzazione di eventi straordinari. Negli ultimi mesi, come Associazione, abbiamo rivolto particolare attenzione alla preparazione del calendario servizi per arrivare a questo appuntamento pronti e consapevoli per mettere in

campo la nostra esperienza nell’accoglienza. Centinaia di migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo giungeranno a Roma e alla Basilica di San Pietro per esprimere e condividere la loro fede. Il nostro compito sarà quello di unirci a loro in questa condivisione, adoperandoci in maniera attiva per farli sentire accolti, per farli sentire a casa. Di fronte alla grandezza degli eventi che si compiranno quotidianamente intorno a noi, credo che la risposta migliore che potremo dare come cristiani impegnati in un servizio così importante, sia proprio quella di adoperarci attivamente per gli altri e a servizio della Chiesa.
I messaggi della Pasqua e del Giubileo, per essere celebrati nella loro pienezza devono tradursi in opere concrete, e dobbiamo portare queste opere lì dove sappiamo che possono offrire un supporto e un sostegno a qualcuno. Dobbiamo farlo come singoli e allo stesso tempo uniti in una famiglia che è consapevole della propria storia e dei propri valori. A quei valori dobbiamo guardare per compiere al meglio il nostro servizio e i progetti che abbiamo davanti.
Dunque, questo tempo di celebrazione trasmetta a tutta l’Associazione la straordinaria forza che porta con sé. Facciamola nostra, accogliamola nel nostro cuore, pronti a condividerla con i nostri fratelli ogni giorno, in eventi quotidiani o epocali. Allora, credo, potremo dire di aver fatto bene il nostro lavoro e di aver realizzato il messaggio della Pasqua ogni volta che saremo chiamati a offrire il nostro contributo.

(Stefano Milli)

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