Cari amici dell’Associazione Santi Pietro e Paolo! Ringrazio
con voi il Signore per i 50 anni del vostro sodalizio, rinato
grazie alla lungimirante intuizione di San Paolo VI. Nell’incontro c’è sempre un movimento. Se tutti stiamo fermi, non ci si incontra mai. «La vita è l’arte dell’incontro, anche se tanti scontri ci sono nella vita» (Enc. Fratelli tutti, 215). Ma la vita è questo: l’arte dell’incontro. È come l’ossigeno della vita l’incontro. Per questo abbiamo bisogno di una cultura dell’incontro, perché «come popolo ci appassiona il volerci incontrare, il cercare punti di contatto, gettare ponti, progettare qualcosa che coinvolga tutti» (ibid., 216). È questo il criterio che dà senso al vostro impegno quotidiano – e vi ringrazio tanto! Attraverso i vostri servizi quotidiani voi diventate artigiani dell’incontro, portando il calore della gentilezza di Gesù a chi entra nella Basilica di San Pietro, a chi ha bisogno di una indicazione, a chi ha bisogno di un sorriso per sentirsi a casa. Grazie per questo stile del sorriso: credo che è un po’ la vostra spiritualità. |
Sempre il sorriso, che favorisce l’incontro. Il sorriso è un ponte. Mi tornano alla mente le parole di San Giovanni XXIII: “Io metto i miei occhi nei vostri occhi, metto il mio cuore vicino al vostro cuore”. Questa espressione esprime bene il senso cristiano dell’incontrarsi. E ora vorrei lasciarvi qualche indicazione per il futuro, perché il vostro prezioso servizio possa continuare ad essere testimonianza per chi incontrerete, in un contesto che risentirà ancora degli effetti della pandemia. Le riassumo in questa esortazione: “Ricominciamo con più umanità, guardando a Gesù, con la speranza nel cuore”. Questo sarebbe come il programma che io vi do, un po’ un “programma a casa”. Credo che può ispirarvi. Rincominciamo. Certamente facendo tesoro di quanto si è vissuto, tenendo conto che siamo tutti un po’ cambiati e, spero, migliorati, ma sempre pronti a servire secondo il motto della vostra Associazione: “Fide constamus avita”: “Perseve-riamo saldamente nella fedeltà dei nostri padri”. Con più umanità. Se siamo cambiati un po’ tutti è perché ci siamo resi conto, con quello che abbiamo vissuto, che ciò che veramente conta per la vita sono i rapporti umani. Tutti sentiamo il bisogno di volerci bene, di vivere più uniti, di sentirci rivolgere parole buone e incoraggianti e, a nostra volta, di donarle con uno stile di vita pieno di speranza. Vi incoraggio a continuare a mostrare questo volto con più umanità. E guardando Gesù. La vostra Associazione ha sempre proposto la vita di Gesù come lo stile di vita pienamente umano, il punto di riferimento e il fondamento per l’uomo di ogni tempo, e quindi anche per l’uomo di oggi. Ma ancora di più ora, vogliamo testimoniare la nostra fede annunciando che la nostra vita concreta trova la sua |
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