so, che purtroppo non è sempre ben capito ed è spesso mal interpretato a causa delle polemiche del passato. Nella Bolla di indizione Spes non confundit, Papa Francesco spiega l’indulgenza in termini di misericordia e di perdono. Nell’antichità, dice, il termine “misericordia” era interscambiabile con quello di “indulgenza”, «proprio perché esso intende esprimere la pienezza del perdono di Dio che non conosce confini» (n. 23). Nel sacramento della penitenza Dio perdona i nostri peccati. In questo sacramento «permettiamo al Signore di distruggere i nostri peccati, di risanarci il cuore, di rialzarci e di abbracciarci, di farci conoscere il suo volto tenero e compassionevole» (n. 23). Tuttavia, il peccato lascia in noi qualche traccia e porta con sé delle conseguenze : «non solo esteriori, in quanto conseguenze del male commesso, ma anche interiori, in quanto “ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte nello stato chiamato purgatorio” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1472). Dunque permangono, nella nostra umanità debole e attratta dal male, dei “residui del peccato”. Essi vengono rimossi dall’indulgenza, sempre per la grazia di Cristo, il quale, come scrisse San Paolo VI, è “la nostra ‘indulgenza’”» (n. 23). La concessione dell’indulgenza è un’esperienza di perdono che deve aprire il cuore e la mente a perdonare. Pertanto rafforza la nostra speranza. Mentre non possiamo cambiare il passato, grazie al perdono possiamo vivere un futuro migliore: «Perdonare non cambia il passato, non può modificare ciò che è già avvenuto; e, tuttavia, il perdono può permettere di cambiare il futuro e di vivere in modo diverso, senza rancore, livore e vendetta. Il futuro rischiarato dal perdono consente di leggere il passato con occhi diversi, più sereni, seppure ancora solcati da lacrime» (n. 23).
Il 13 maggio scorso, per mandato del Santo Padre, la Penitenzieria Apostolica ha emanato una serie di norme per la concessione dell’indulgenza durante l’Anno Santo del 2025. Come principio generale, si stabilisce che «tutti i fedeli veramente pentiti, escludendo qualsiasi affetto al peccato e mossi da spirito di carità e che, nel corso dell’Anno Santo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione, pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, dal tesoro della Chiesa potranno conseguire pienissima Indulgenza, remissione e perdono dei loro peccati, da potersi
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applicare alle anime del Purgatorio in forma di suffragio». Le norme stabiliscono diverse modalità per ottenere l’indulgenza giubilare. Per esempio, si può conseguirla intraprendendo un pio pellegrinaggio verso qualsiasi luogo sacro giubilare. A Roma, i luoghi sacri giubilari sono le quattro Basiliche Papali, mentre in Terra Santa ve ne sono tre: la Basilica del Santo Sepolcro in Gerusalemme, la Basilica della Natività in Betlemme e la Basilica dell’Annunciazione in Nazareth. Altrove il Vescovo del luogo può designare alcuni luoghi sacri per il conseguimento dell’indulgenza. Nei luoghi sacri i fedeli devono partecipare devotamente alla Santa Messa oppure ad una celebrazione della Parola di Dio, alla Liturgia delle Ore, alla ViaCrucis, al Rosario, all’inno Akathistos o ad una celebrazione penitenziale che termini con le confessioni individuali dei penitenti. A certe condizioni è possibile conseguire l’indulgenza anche in altri luoghi sacri.
Le norme stabiliscono certe condizioni per permettere ai fedeli che per gravi motivi non possono partecipare alle solenni celebrazioni, ai pellegrinaggi e alle pie visite (come le monache e i monaci di clausura, gli anziani, gli infermi, i reclusi, ecc.) di conseguire l’indulgenza giubilare. Inoltre, è possibile ottenerla attraverso determinate opere di misericordia corporale o spirituale oppure di penitenza, come il digiuno, l’astinenza e l’elemosina. Inoltre, si può conseguirla «dedicando una congrua parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato che rivestano interesse per la comunità o ad altre simili forme di personale impegno». Pertanto, i Soci, ogni volta che fanno servizio nella Basiliche Papali durante l’Anno Santo, possono conseguire l’indulgenza giubilare; per acquistarla, oltre al servizio, è necessario adempiere tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, recitando almeno il Padre nostro e l’Ave Maria. |