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zie così profonde e naturali”. Afferma poi di aver “interiorizzato una parte di ognuno” che si porterà nel suo viaggio di ritorno a Roma. Per Leonardo l’Associazione e la sua famiglia sono un sinonimo.
Dalle parole di Alessandro M. zampilla un sincero senso di gratitudine, cita la parola “grazie” ben sette volte. “Grazie a Dio e ad ognuno di voi", conclude invitandoci a non pensare troppo al domani, impegniamoci a vivere momento per momento; una lezione, questa come altre, che certamente la GMG ci ha aiutato a meglio comprendere.
Leonardo M. sottolinea un altro lato della GMG, quello fatto anche di “fatica, che piacevolmente si affronta per amore”, la stessa fatica che in quelle dieci notti ha funzionato come il miglior sonnifero mai lanciatosul mercato. Le giornate di Lisbona rimangono comunque per Leo “un tempo di conversione e di crescita”.
È tuttavia nella commozione di Paolo che tutti riusciamo a rispecchiarci, per lui la GMG è stata un modo per vedere limpidamente “l’opera di Dio” nella sua vita grazie “alle relazioni di amicizia che si sono instaurate e alla bellezza della natura”.

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Per Costantino la GMG si potrebbe riassumere in due parole: “Comunità e Testimonianza”. Lo stupisce il “senso di protezione ed atarassia”che lo ha accompagnato dal primo all’ultimo giorno, aiutandolo a mettersi in comunicazione con Dio. Anche per lui la tappa di Fatima è stata particolarmente significativa; anche in questo caso a fare da testimone sono le due ferite sulle ginocchia, pazientemente curate dalle sorelle del convento.
Federico esprime la sua delicatezza e profondità spendendo alcune parole per ognuno dei presenti, non dimenticandosi di nessuno, dimostrando la sua capacità di acuto osservatore. Rapidamente la condivisione diviene un momento per manifestare la propria gratitudine ad ognuno, evidenziando come la sua esperienza sia stata segnata anzitutto dalle relazioni intessute con i compagni.
Un altro aereo passa sopra le nostre teste, costringendoci a fermarci per qualche altro secondo.
Ancora una volta Gianni non smette di trasmettere entusiasmo, personificando egli stesso la provvidenza che ci ha accompagnati nel corso della GMG. “meraviglioso pensare alle amicizie che si sono create, a quel milione e mezzo di giovani presenti”. Il suo sguardo di gratitudine si stende verso chi ha reso il viaggio possibile: a partire dal Monsignore, passando per i responsabili del gruppo, fino a giungere a Rachela, grazie alla quale abbiamo potuto vivere dei momenti che difficilmente scorderemo. “Abbiamo cercato di portare la gioia dei giovani in ogni circostanza e spero di aver lasciato un segno nel cuore di chi abbiamo incontrato”.
I nostri sguardi in quel momento erano di assoluta approvazione.

Mattia va dritto al sodo: per lui si è trattato di un’esperienza unica che va ben oltre un semplice viaggio. “In Associazione” dice “mi avete fatto sentire a casa, dandomi la possibilità di crescere spiritualmente e mentalmente”.
Riccardo S. sottolinea come non sia facile lì per lì descrivere ciò che la GMG abbia significato per lui, afferma che solo il passare dei giorni gli consentirà di gustare a pieno i frutti di quella magnifica esperienza. Ancora una volta la gratitudine torna ad essere la vera protagonista.
Per Leonardo D. la GMG rimane “un’esperienza straordinaria e indimenticabile”. Anche in questo caso i sostantivi che utilizza (solidarietà, amicizia e compassione) fanno tutti riferimento alla relazione, quella che si è intessuta in modo graduale e definitivo tra i compagni di viaggio.
Anche per Ivan non è stato un anno facile, ma lui non si lascia mai per vinto, intraprendendo “esperienze di crescita umana e spirituale” come il Cammino di Santiago e, da ultimo, la GMG.“
Abbiamo aperto il nostro cuore all’altro, condividendo la nostra spiritualità nel confronto, nei momenti di preghiera insieme e nel vedere come ognuno di noi vive la fede in maniera del tutto personale”.
Gabriele G. apre con un sorriso, ripercorrendo rapidamente i momenti salienti dei dieci giorni trascorsi a Lisbona. Ma ciò che ai suoi occhi è parso più bello è che in quei giorni “ognuno scrutava con il cuore negli occhi degli altri ragazzi e ci si riscopriva fratelli con un semplice sguardo”. Non mancano anche in questo caso le parole di ringraziamento a Dio e a tutti quelli che hanno reso il viaggio possibile, a partire da Monsignor Santus.
Per Giacomo nulla sarebbe stato possibile senza la generosa ospitalità delle Suore Missionarie di Maria, alle quali rivolge tutta la sua gratitudine. Per lui la GMG ha rappresentato “un viaggio fisico e spirituale che ci ha unito molto, è un dono che ci porteremo nel cuore per sempre”.
Monsignor Santus è l’ultimo a intervenire, è stato il padre spirituale e il pastore che ci ha guidati saggiamente in ogni tappa della GMG, a lui la gratitudine di tutto il gruppo che, unito alle parole di Alessandro G., riconosce all’unanimità come egli sia stato “un padre amorevole, paziente, energico e, come un buon genitore, sempre in grado di discernere il momento di gioco da quello di serietà, riportando tutti sulla retta via”. Proprio sulla condivisione Monsignore afferma: “Grazie a voi per questi giorni di condivisione; condivisione della preghiera che ci ha fatto sperimentare la gioia del Cielo, condivisione della fatica del cammino, che ha innalzato l’animo alle vette del bello, condivisione della visita a luoghi nuovi che ci ha ricordato la bontà della creazione, condivisione di idee e riflessioni che ci hanno ricordato l’importanza di tessere relazioni vere”.
Nel rientrare in convento, tra una battuta, un sorriso, e una leggera malinconia per la partenza incombente, ognuno porta in sé un’energia rinnovata dalla gratitudine espressa e tradotta dalle parole del gruppo e dalla provvidenza che, manifestandosi quotidianamente in quei giorni, ha rinforzato la fede di tutti.
Se si dovesse riassumere la condivisione di quel 7 agosto di cui ognuno di noi è testimone assieme al Cielo e alle stelle, la si potrebbe trovare nella parola “Eucharistomen, grazie”. “Con questa parola” ci ricorda Benedetto XVI “nelle sue tante dimensioni, è già detto tutto quanto si possa dire in questo momento”.

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