Attività Sport Arbitraggio
Era una domenica come le altre quando alla fine della celebrazione in cappella mi si avvicinò Massimo Cumbo, ex presidente internazionale di calcio a 5, che mi chiese “Ti andrebbe di entrare in sezione arbitrale?”. Quella domanda... perplesso, accettai. Feci il corso, l’esame e diventai arbitro federale di calcio. Da quell’ottobre 2013 nacque in me una nuova vita. Dopo cinque anni intensi di fischietto presi la decisione di passare di ruolo, diventando così assistente arbitrale (in termini profani “guardalinee”). Da giugno 2019 sto galoppando verso una nuova avventura. Questo è il Gruppo Allievi: un luogo innanzitutto sacro, per te e per gli altri, Essere arbitro di calcio ti porta non solo a ricevere tanti insulti dalle tribune delle società sportive, ma anche a ricevere tante soddisfazioni. Questo lo sto sperimentando anche adesso anche se corro su una fascia del campo con una bandierina in mano. Dai divani di casa siamo tutti “professoroni” quando vediamo un arbitro di Serie A concedere un calcio di rigore o dare un cartellino di un colore diverso da quello che pensiamo. Ora posso ammettere che non è facile vivere la partita: altre emozioni, altre prospettive, altro tipo di tensione che si respira in mezzo a quei 22 uomini. E lo posso confermare. Ogni mercoledì, sabato o domenica che arrivo in spogliatoio e tiro fuori Socrate diceva infatti “cadere non è un fallimento. Il fallimento è rimanere là dove si è caduti”. Leonardo Guadagni |
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