IL POPOLO CHE CAMMINAVA NELLE TENEBRE
HA VISTO UNA GRANDE LUCE
Messaggio Natalizio del nostro Assistente Spirituale |
Quest’anno abbiamo assistito al graduale allontanarsi della pandemia da Covid, con un conseguente ritorno praticamente alla normalità. Purtroppo, questo anno ha visto anche il ritorno della guerra nel cuore dell’Europa, accompagnata da una grave crisi energetica ed economica che ci colpisce tutti. Mentre il popolo ucraino continua a soffrire e deve affrontare un inverno difficile, nell’Europa occidentale, a causa dell’alta inflazione e dell’aumento dei prezzi, molte famiglie si trovano costrette a dover rinunciare non soltanto al superfluo, ma talvolta anche ad alcune necessità. Di fronte a questa situazione, la notizia della nascita del Bambino di Betlemme ci porta un messaggio di speranza. Alla Messa della notte di Natale ascoltiamo le commoventi parole del profeta Isaia, il quale rivolgeva il suo messaggio ad un popolo che soffriva sotto il dominio dell’invasore assiro: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1). Isaia annuncia la gioia, la liberazione dall’oppressione e la pace. Come è possibile? “Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre” (Is 9, 5-6). Questa profezia non fu realizzata ai tempi di Isaia. Sette secoli dopo, con la nascita di Gesù a Betlemme, durante il regno di Cesare Augusto, la promessa di Dio fu adempiuta. Dio tenne fede alla sua promessa, ma in modo sorprendente. Egli non agisce secondo la logica dell’uomo, che mette la sua fiducia nel potere, nelle armi, nella ricchezza. Il suo modo di agire è ben diverso: Dio conquista i cuori attraverso l’umiltà, la fragilità e la debolezza della nascita di questo Bambino, destinato a morire sulla croce. Il Bambino nato nella povertà di Betlemme e messo in una mangiatoia segnala un nuovo inizio. Dà speranza agli ultimi, a quelli che non contano. Ci invita ad aprire i cuori e accogliere Dio che si china verso di noi per farsi prossimo di tutti. Nel racconto della nascita di Gesù, gli angeli cantano: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2,14). La nascita del Bambino è accompagnata dal dono della pace. Non si tratta solo della mera assenza della guerra; significa un mondo in cui gli uomini vivono secondo il disegno di Dio, nella verità e nella pace. Si tratta di un mondo retto dalla fiducia e dalla vera fraternità, un mondo senza paura, senza privazione, senza menzogna, senza falsità. Il Natale del Salvatore ci promette la pace. Ma stabilisce anche una condizione: non ci può essere una pace vera e durevole senza la gloria di Dio. La pace tra gli uomini viene dalla gloria di Dio. Se Dio non viene onorato, non viene onorato neppure l’uomo. Se Dio non viene glorificato, se non viene riconosciuto, non c’è né luce né pace neppure per l’uomo. L’angelo ha detto ai pastori: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,10-12). Dio è entrato nel mondo e si fa vicino. La nascita del Bambino cambia tutto, come hanno riconosciuto i pastori. Non hanno esitato ad abbandonare le loro preoccupazioni quotidiane per affrettarsi a vedere questo avvenimento. Che cosa poteva essere più importante? Questo Natale, accogliamo nuovamente il messaggio
dell’angelo. Cerchiamo di capire meglio la logica di
Dio. Non mettiamo la nostra fiducia nelle sicurezze umane
ma costruiamo la nostra casa sulle solide fondamenta
della parola di Dio. Le cose di Dio devono avere la
priorità. Impariamo dai pastori, alziamoci e affrettiamoci a
Betlemme! Con questi pensieri, insieme a Mons. Ivan Santus, nostro
Vice-Assistente, auguro a tutti i nostri lettori un buon e
santo Natale e un Anno Nuovo colmo di benedizioni. |