Liturgica Notizie
Da maggio il controllo e il presidio degli ingressi e del rispetto delle modalità di distanziamento, durante le celebrazioni, è stato affidato alle nostre squadre della sezione liturgica.
Investita dall’emergenza Covid, l’Associazione non si è sottratta ai suoi compiti ed anzi è scesa in campo. “In questa fase emergenziale – ha detto a fine aprile il presidente Stefano Milli - ci è stata chiesta un’importante e, perché no, anche coraggiosa testimonianza di presenza e di vicinanza dei nostri servizi ordinari adesso limitati, nelle chiese romane; in particolare nelle basiliche papali di San Giovanni, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura. Questa richiesta – proseguì il presidente - ci onora perché riconosce non solo il nostro attaccamento alla sede del Papa ma anche la nostra professionalità e soprattutto prontezza nella chiamata e affidabilità nello svolgimento dei nostri compiti ed impegni associativi. Si tratterà – ha concluso poi Milli – essenzialmente di controllare gli accessi, accertare lo stato di negatività attraverso la misurazione della temperatura e di coadiuvare all'interno delle basiliche, se richiesto, il rispetto delle misure di prevenzione e di mantenimento del distanziamento fisico e partecipativo durante i riti e soprattutto durante la distribuzione eucaristica”. Concludendo, Milli ha diramato le modalità organizzative ai nostri capo-squadra i quali a loro volta hanno avuto l'incarico di chiedere le disponibilità all'interno delle loro squadre non senza ribadire che la nostra presenza, in questo triste periodo per tutta l’umanità, assumeva un significato ed una valenza "forti" in termini di testimonianza cristiana e di collaborazione per la diocesi di Roma. E dunque ai primi di maggio la macchina organizzativa è partita. Da maggio infatti i nostri soci presidiano e coprono puntualmente, soprattutto nei fini settimana, i varchi di accesso, affiancati dalle postazioni fisse e mobili della polizia di stato, dell'esercito e dei carabinieri. Numerando i visitatori e offrendo e dando la massima disponibilità e collaborazione a tutte le eventuali richieste di supporto o di emergenza come quando, mercoledì 5 agosto, nella sorpresa generale di tutti e tra la gioia dei presenti, nel giorno della dedicazione della basilica Liberiana, nel primo pomeriggio papa Francesco è arrivato a Santa Maria Maggiore per sostare in preghiera davanti all'immagine della Salus Populi. O come anche quando sabato 25 gennaio nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il santo Padre ha presieduto la celebrazione dei secondi Vespri della Solennità della Conversione di san Paolo Apostolo, a conclusione della Settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani. Anche in questa occasione è stato chiesto un rafforzamento dei controlli anche all'interno della basilica. Ausili, questi, importanti e ricordi forse anche indimenticabili per chi, in quel momento prestava servizio in quelle basiliche. Possiamo quindi dire, se è permesso esulare dalla mera narrazione cronachistica ed entrare in una chiosa personale, che se si dovesse fare un primo bilancio esso non potrebbe che essere positivo. Ad ogni modo, a detta di molti i servizi alle basiliche - come con linguaggio amicale vengono chiamati - riservano sorprese anche sul piano culturale. Le ore di servizio permettono infatti di apprezzare e conoscere meglio lo straordinario patrimonio storico religioso in esse custodito e anche di ampliare il proprio bagaglio culturale con aneddoti e curiosità come l'apprendere che le basiliche papali si caratterizzano perché hanno un altare papale ma che soltanto il Laterano ha la cattedra del papa mentre le altre hanno un trono papale. o che il campanile romanico di Santa Maria Maggiore, alto 75 metri è il più alto di Roma o, che infine, che San Giovanni è denominata anche in “Laterano” o "lateranense"; dal cognomen della gens Claudia.“La basilica romana di Sant’Andrea delle Fratte: la “Lourdes Romana”
Un nuovo servizio della Sezione Liturgica che, dalla fine dello scorso anno, vede impegnati numerosi soci
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Parallelamente a questi servizi, che possiamo definire istituzionali, numerosi sono quelli svolti, su invito del Vicariato di Roma e di altre Organizzazioni interne alla Chiesa, anche all’esterno del Vaticano; in particolare, il Sodalizio viene chiamato a svolgere i suoi servizi durante i convegni, i concerti e le processioni. (si veda, ad esempio, l’articolo: “Chiese sempre più aperte”, di Stefano Milli, pubblicato su Incontro di gennaio-aprile 2015, anno XLIII, nr. 1, dove l’allora Dirigente della Sezione Liturgica descriveva il nuovo servizio dell’Associazione, nella chiesa romana di Santa Maria in Via, destinato a garantire l’ampliamento degli orari di apertura del tempio, offrendo così a pellegrini e fedeli ulteriori momenti di preghiera).
L’ultimo invito, per lo svolgimento di un ulteriore nuovo servizio, è pervenuto direttamente dal Parroco della basilica romana di Sant’Andrea delle Fratte: Padre Francesco M. Trebisonda, per tramite del Segretario Generale del Vicariato di Roma, il Vescovo Gianrico Ruzza; un servizio che viene espletato con la presenza di una Squadra di Soci durante tre giorni di maggior afflusso di pellegrini, in modo da assicurare il regolare svolgimento delle funzioni ed una migliore accoglienza delle migliaia di fedeli che visitano questo luogo di culto anche conosciuto, come ebbe a definirlo Papa Benedetto XV all’inizio del secolo scorso, la “Lourdes romana”.
La storia legata a questa basilica inizia molti anni prima, nel 1827, nel pomeriggio del 30 novembre, in Rue de Bac a Parigi, dove Caterina, semplice novizia, vede apparire la medaglia miracolosa così come la vediamo oggi e sente la voce della Vergine dirle: “Fa coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie”.
La medaglia miracolosa, come è noto, raffigura nel verso la Vergine con i piedi sul globo terrestre, essendo la Madre del cielo e Regina della terra e di tutto l’universo. Ella è rappresentata mentre schiaccia la testa del serpente simbolo del male. Dalle mani scaturiscono dei raggi luminosi a rappresentare le grazie sparse dalla Madonna sul mondo. Il contorno del verso è completato dalla data dell’apparizione e dalla scritta: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”.
Sul retro della medaglia, è presente il monogramma di Maria: la lettera “M”, sormontata da una croce con la lettera “I”, monogramma di Gesù. La Medaglia è circondata da una corona di dodici stelle. Alla base della Medaglia, vi sono i Sacri Cuori di Gesù e di Maria. La storia legata a questo luogo di culto e alla medaglia miracolosa prosegue a Roma il 20 gennaio del 1842, allorquando Alfonso Maria Ratisbonne, affermato banchiere di religione ebraica, spinto e quasi sfidato da un suo connazionale cattolico, indossa la medaglia miracolosa ed entra nella basilica di Sant’Andrea delle Fratte per organizzare il funerale di un amico scomparso; “Camminavo nella chiesa ed ero già giunto in prossimità al luogo dove era apparecchiato il convenevole del funerale, quando mi sentii preso da un gran turbamento che non so esprimere a parole. Parve che mi calasse innanzi come un velo; tutta la chiesa si oscurò, tranne una sola cappella che raggiava di vivissimo splendore, e vidi sull’altare starsi in piedi viva, grande, maestosa, bellissima, piena di misericordia la Beatissima Vergine Maria, somigliante nel portamento e nell’atteggiamento alla immagine impressa sul diritto della medaglia miracolosa della Concezione. A tal vista io caddi in ginocchio là dov’ero. Più volte tentai con sforzo di alzare gli occhi verso la Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li fece presto abbassare: ciò però non impediva ch’io avessi evidenza di quella apparizione. Potei a stento fissare lo sguardo nelle mani di Maria, e vidi in esse l’espressione del perdono e della misericordia. Alla presenza della Santissima Vergine, sebbene non mi dicesse parola, io compresi a fondo l’orrore dello stato in cui ero, la bellezza della religione cattolica, in una parola io capii tutto”. Il successivo 3 giugno 1842 venne riconosciuta come miracolosa la conversione di Alfonso Maria Ratisbonne. La Chiesa vedrà, anche grazie ai fatti riportati, la proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione l’8 dicembre 1854 ad opera del Beato Pio IX e poi le apparizioni di Lourdes dal febbraio al luglio del 1858.
Ancora oggi la basilica di Sant’Andrea delle Fratte è chiamata la “Lourdes romana”, pur essendo l’apparizione ad Alfonso Ratisbonne precedente a quella dell’Immacolata Concezione a Santa Bernardette Soubirous.
Tra i tanti devoti che hanno visitato la basilica e si sono inginocchiati in preghiera davanti all’immagine della Vergine, sono da ricordare anche due Santi del nostro tempo: San Giovanni Paolo II e Santa Teresa di Calcutta; di quest’ultima Santa alcuni Soci ricordano bene anche come fosse tanto devota alla medaglia miracolosa da regalarla spesso alle persone che incontrava.
Come detto, su richiesta del parroco, a partire dalla fine del 2018, per la prima volta il 27 novembre (giorno della festa della medaglia miracolosa), l’8 dicembre (solennità dell’Immacolata Concezione) e il 20 gennaio (anniversario dell’apparizione ad Alfonso Ratisbonne), circa 20 Soci hanno prestato servizio per tutta la giornata all’interno ed all’esterno della basilica. In particolare, il 27 novembre hanno curato l’ordinato svolgimento della processione “aux flambeaux”, con il quadro della Madonna, fino alla vicina piazza di Spagna, dove si è svolta la preghiera dell’Angelus davanti alla colonna celebrativa dell’Immacolata Concezione, e della successiva celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Nella giornata dell’8 dicembre, invece, i Soci si sono dedicati l’accoglienza delle migliaia di fedeli che hanno affollato la basilica in occasione della solennità dell’Immacolata Concezione, anche in concomitanza della presenza del Santo Padre nell’attigua piazza di Spagna per la preghiera e il consueto omaggio floreale alla Vergine. Infine, il 20 gennaio sorso, anniversario dell’apparizione della Vergine ad Alfonso Ratisbonne, i Soci in servizio hanno collaborato per consentire il regolare svolgimento delle varie funzioni che si sono succedute nel corso della giornata, tra le quali la Santa Messa solenne di mezzogiorno presieduta dal Cardinale Ennio Antonelli, titolare della Basilica e la solenne celebrazione eucaristica, a conclusione della giornata di festa, presieduta dal Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo Metropolita di Genova e Presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa. Nella foto a lato, alcuni Soci, che hanno prestato servizio durante la celebrazione, posano per la tradizionale foto ricordo con il porporato.
La fede e la devozione che animano tante persone che frequentano questa basilica è commovente; è commovente vedere uomini, donne, ragazzi, entrare nel tempio, salutare la Vergine, inginocchiarsi, mettersi in fila per ricevere la medaglia miracolosa e poi uscire per tornare nel caos cittadino del centro storico di Roma.
L’Associazione serve anche a questo: contribuire a far conoscere queste bellissime e vive realtà. Un servizio che diventa così qualcosa di ben più che una semplice presenza, un servizio che si inserisce in qualcosa di più grande che colpisce l’animo ed il cuore.
Giampiero Giamogante e Fabio Ciocchetti
““Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”
Un nuovo servizio dei medici dell’Associazione in favore dei Soci ammalati
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Con particolare riferimento al titolo del messaggio: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8), il Pontefice continua: “Vi esorto tutti, a vari livelli, a promuovere la cultura della gratuità e del dono, indispensabile per superare la cultura del profitto e dello scarto. Le istituzioni sanitarie cattoliche non dovrebbero cadere nell’aziendalismo, ma salvaguardare la cura della persona più che il guadagno. Sappiamo che la salute è relazionale, dipende dall’interazione con gli altri e ha bisogno di fiducia, amicizia e solidarietà, è un bene che può essere goduto ‘in pieno’ solo se condiviso. La gioia del dono gratuito è l’indicatore di salute del cristiano”. Rispondendo all’esortazione del Santo Padre, i medici dell’Associazione, in aggiunta ai loro molteplici impegni nel Sodalizio e nelle diverse strutture dove esso opera, si sono voluti rendere disponibili per offrire un ulteriore servizio. Un servizio in favore dei Soci malati che, in relazione alle diverse circostanze e necessità, potrà essere svolto sia per telefono (almeno nel primo contatto) che con visite domiciliari; un servizio che si svolgerà non solo con l’assistenza professionale, ma anche attraverso la vicinanza umana e personale; il malato, infatti, oltre alle medicine, ha bisogno di umanità; la sua condizione lo rende particolarmente sensibile all’affetto, al colloquio, al rapporto personale, soprattutto da parte di quei malati che vivono soli e che non hanno nessuno ad assisterli. Un’occasione, per dirla con le parole del Papa, in cui il volontario (in questo caso, il medico dell’Associazione) “crea le condizioni per cui il malato, da passivo oggetto di cure, diventa soggetto attivo e protagonista di un rapporto di reciprocità, capace di recuperare la speranza, meglio disposto ad accettare le terapie”. Insomma, un’occasione per trasmettere e comunicare “valori, comportamenti e stili di vita che hanno al centro il fermento del donare”.
Il Gruppo dei medici dell’Associazione, come è noto, è una piccola struttura che opera a supporto delle attività del Sodalizio, esercitandovi un ruolo di tutto rilievo; oltre al servizio di primo soccorso svolto nei giorni festivi, in sede e nella Basilica Vaticana, questi medici sono sempre presenti durante i più importanti momenti della vita associativa. Inoltre, riuniti in apposite Commissioni, esaminano e verificano anche l’idoneità psico-fisica degli aspiranti Soci e le pratiche di invalidità temporanea o definitiva dei Soci. Il loro servizio non si limita allo svolgimento del supporto sanitario alla vita associativa; a turno, nei vari giorni della settimana, ad esempio, alcuni di essi prestano volontariamente la loro opera professionale, per lo più di natura specialistica, in favore dei bambini e delle mamme assistiti presso il Dispensario pediatrico “Santa Marta” in Vaticano; non mancano, infatti, tra questi medici, pediatri, ostetrici, ginecologi, cardiologi, odontoiatri, oculisti, ortopedici e traumatologi. Il Gruppo è guidato da un Coordinatore sanitario; ruolo che attualmente è ricoperto dal Socio Giorgio Ficola, Gentiluomo di Sua Santità, che all’interno dell’Associazione vanta un’anzianità di servizio di tutto rispetto, provenendo dalla Guardia Palatina d’Onore, dove, allo scioglimento del Corpo, aveva raggiunto il grado di Capitano medico. Questo nuovo servizio in favore dei Soci malati è significativamente iniziato lo scorso 11 febbraio, il giorno stesso della celebrazione della Giornata Mondiale del Malato e potrà essere richiesto dai Soci ammalati che ne hanno necessità e che lo desiderano tramite un contatto telefonico con l’Associazione (Presidenza, Segreteria, Sezione Caritativa); questa, a sua volta, trasmetterà immediatamente la richiesta al Coordinatore sanitario o direttamente al medico competente per zona di residenza dell’ammalato.
In conclusione, il nuovo servizio in favore dei Soci ammalati consente ai medici del Sodalizio di praticare anche la quinta opera di misericordia corporale: “visitare gli infermi”; una pratica attuata nella consapevolezza che essere vicini agli ammalati è una occasione privilegiata per incontrare Gesù; lui stesso l’ha detto: “ero ammalato e mi avete visitato” e “in verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me”.
“I corsi di formazione per i Soci della Sezione Liturgica”
Il tema dell’accoglienza, della comunicazione e del comportamento verso i pellegrini, da parte del personale che opera in Vaticano, è stato più volte trattato dagli ultimi Pontefici, in quanto rappresenta il “biglietto da visita” della Chiesa nei confronti del popolo di Dio. Aspetti che hanno interessato anche la Sezione Liturgica della nostra Associazione che, a differenza della Gendarmeria e della Guardia Svizzera, impegnate principalmente sulla sicurezza, ha il compito prioritario di accogliere e di assistere i pellegrini e i fedeli durante le celebrazioni liturgiche. Sulla base di queste premesse appare alquanto evidente come le competenze comunicative e comportamentali dei Soci che prestano il servizio siano un prerequisito indispensabile per assolvere le mansioni che il Santo Padre, attraverso la Segreteria di Stato, ci affida ormai da oltre quarant’anni. Ed è proprio per rispondere a tali esigenze che la Sezione Culturale, con il supporto dell’intero Sodalizio, organizza annualmente delle sessioni formative dedicate agli Allievi, agli Aspiranti e ai Soci con il fine specifico di integrare e di rinnovare le loro competenze in tema di comunicazione e di comportamento durante il servizio. Quest’anno, in particolare, in previsione del Giubileo Straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco, tali corsi sono iniziati lo scorso mese di marzo ed hanno interessato la formazione di ben oltre 470 Soci, divisi in 20 squadre; una formazione su temi specifici che hanno spaziato dalle metodologie assertive fino ai disturbi psicologici. Pur essendo difficile, dato il tempo limitato, coprire in modo esaustivo i vari argomenti trattati, ogni incontro ha avuto come filo conduttore il tema della consapevolezza durante il servizio; infatti, un’adeguata vigilanza sulle proprie percezioni, sulle proprie emozioni e sui propri comportamenti, rappresenta l’elemento fondamentale per un servizio efficace e coerente con la missione del Sodalizio. Ovviamente, il processo formativo richiede continui approfondimenti ed esercitazioni costanti per convertire le teorie in comportamenti operativi ed efficaci in termini di risultati. L’aspettativa, almeno da parte dei formatori, a valle di tali cicli formativi, è quella di poter monitorare ed assistere i Soci nel continuo svolgimento del servizio; un monitoraggio finalizzato ad adeguare e ad integrare le competenze acquisite, affinché possano trasformarsi da una competenza metodologica ad un modo di essere e di testimoniare al meglio la fedeltà e il servizio di tutta l’Associazione al Papa e alla Sede Apostolica.
Guido Orsi
Chiese sempre più aperte
Parte dalla chiesa romana di Santa Maria in Via un nuovo servizio dell’Associazione che, garantendo l’ampliamento degli orari di apertura dei luoghi di culto, vuole offrire a pellegrini e fedeli ulteriori momenti di preghiera
Mons. Matteo Maria Zuppi, nominato da Benedetto XVI Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma per il Settore del Centro Storico, per la sua grande capacità di ascolto, per la sua generosità personale e per il suo amore per la liturgia, è conosciuto sul territorio come il “prete di tutti”, di intellettuali ed emarginati. Ed è proprio per il suo essere sempre vicino ai fedeli e alle loro richieste, che è stato il promotore di un progetto finalizzato a mantenere aperti i luoghi di culto durante tutta la giornata, anche le chiese più piccole e non per questo meno importanti. Il progetto è partito dalla Chiesa Santa Maria in Via, a Largo Chigi, meglio conosciuta, a motivo della miracolosa immagine della Madonna del Pozzo ivi custodita, come la piccola Lourdes nel cuore della città di Roma.
Nel 1256, l’attuale cappella della Vergine era una stalla adiacente all’antico edificio di proprietà del Cardinale Pietro Capocci. Nella notte tra il 26 ed il 27 settembre, a seguito dell’improvviso tracimare delle acque del pozzo, il Cardinale vide emergere a fior d’acqua una lastra di silice con il ritratto della Madonna. L’indomani, invitò il Papa Alessandro IV a recarsi sul posto e gli raccontò l’evento, manifestandogli anche il suo desiderio di trasformare, a proprie spese, la stalla in una cappella dedicata alla Madonna. Il Papa approvò l’idea e ordinò di portare in processione, per le strade adiacenti l’edificio, la sacra immagine. La cappella venne costruita e, tra quelle della chiesa, riedificata alla fine del XV secolo, è la più profonda, per meglio contenere il pozzo e permettere ai pellegrini di venerare l’immagine miracolosa più agevolmente. La scelta di questa chiesa per dare inizio al progetto è dovuta sia per la sua posizione nel centro storico cittadino, sia per la moltitudine di fedeli che ogni giorno vi accedono; visite, a volte, molto brevi, solo il tempo di bere un sorso dell’acqua dell’antico pozzo o per una preghiera. Sono migliaia, infatti, i romani e i turisti che quotidianamente si inginocchiano davanti all’immagine mariana con in mano il bicchiere di plastica per poi dissetarsi con l’acqua del pozzo.
La Sezione Liturgica, con il sostegno e il consenso del Presidente Calvino Gasparini, ha aderito al progetto di Mons. Matteo Maria Zuppi, iniziando, con il coinvolgimento e l’impegno anche della Sezione Culturale, uno specifico servizio di vigilanza e di accoglienza dei fedeli. Attualmente, il servizio viene svolto tutti i giorni, con un turno di due soci dalle ore 12.30 alle 16.30, consentendo così di mantenere aperto il tempio anche durante l’orario di pausa dei Padri Servi di Maria (Serviti) ai quali è affidata la cura e l’officiatura di Santa Maria in Via. Particolarmente soddisfatto dell’iniziativa è stato il Parroco della chiesa, Fra Luciano Panicali O.S.M., che non ha mancato di manifestare la sua riconoscenza e la sua gratitudine verso l’Associazione per l’iniziativa che ha consentito di mantenere aperta la chiesa anche durante un orario che altrimenti sarebbe stato impossibile.
Papa Francesco ricorda di continuo che “Dio ci perdona sempre, non si stanca di perdonare. E noi non dobbiamo stancarci di andare a chiedere perdono”. La Chiesa deve essere la “Casa della Misericordia”, dove ognuno può sperimentare l’amore di Dio e la gioia del perdono. Per venire incontro alle aspettative del Santo Padre, l’Associazione è lieta di poter contribuire, anche attraverso questo nuovo servizio nella chiesa di Santa Maria in Via, alla lodevole iniziativa del Vicariato di Roma, mirata a tenere sempre più aperte le chiese del centro della città. Una iniziativa che, senz’altro, consentirà ai fedeli di pregare e di approfondire, in orari sempre più ampi, il loro rapporto con il Signore che li aspetta sempre.
Stefano Milli
La Sezione per le attività liturgiche, o, più correntemente, la Sezione Liturgica è, tra le diverse Strutture dell’Associazione, quella che maggiormente ne caratterizza le funzioni e i compiti al servizio della Sede Apostolica. Più precisamente, come stabilito dall’articolo 7 dello Statuto: “La Sezione per le attività liturgiche svolge, con adeguata preparazione, diversi servizi richiesti dai competenti Uffici della Santa Sede, in particolare in occasione di cerimonie pontificie, fra i quali quello di vigilanza e di ordine nella Basilica Vaticana”. Per saperne di più abbiamo incontrato e rivolto qualche domanda al Socio Stefano Milli che dalla fine del mese di maggio scorso, a seguito delle votazioni per il rinnovo delle cariche sociali, ha assunto la responsabilità della Sezione stessa.
1. L’Associazione Ss. Pietro e Paolo, fondata nel 1971, ha ereditato gli ideali che animavano la Guardia Palatina d’Onore, sciolta l’anno precedente per volontà del Beato Paolo VI. La Sezione Liturgica è quella che maggiormente ha dovuto interpretare il cambiamento da un corpo militare ad un’associazione di fedeli. Quali ritieni siano i valori principali dei quali siamo detentori?
Dopo lo scioglimento, le ex-Guardie hanno dovuto affrontare una trasformazione radicale. Tale cambiamento, che ha interessato soprattutto l’aspetto operativo ed organizzativo, non ha, però, modificato lo spirito di incondizionata fedeltà al Santo Padre e alla Santa Sede. I valori, di cui siamo custodi, sono espressi in maniera esemplare dalle tre parole che costituiscono il motto stesso della Guardia Palatina d’Onore e dell’Associazione: “Fide constamus avita”; “Perseveriamo saldamente nella fedeltà dei nostri padri”. Questo motto sottolinea l’unità negli ideali, nei servizi e nella carità, nonché la fedeltà al Successore di Pietro, valori che hanno sempre caratterizzato la Guardia e l’Associazione stessa. Ecco, dunque, i nostri valori ereditati ed attualizzati negli anni: devozione e fede.
2. Tra gli aspetti operativi ereditati, vi è quello della vigilanza durante le celebrazioni liturgiche. Come riconciliare tale esigenza “operativa” con il senso di accoglienza che non può mai mancare?
Il termine “vigilanza” può essere inteso secondo varie accezioni più o meno positive. Nel nostro caso, questo termine deve essere interpretato proprio come accoglienza del pellegrino. In spirito di stretta collaborazione con le competenti Autorità vaticane, la vigilanza assicurata dalla nostra Associazione consiste nell’organizzare in modo efficace tutte quelle attività necessarie per accogliere al meglio il maggior numero di fedeli. Non trascuriamo che i fedeli non sono solo persone adulte autosufficienti, ma includono anche bambini, anziani, persone malate o diversamente abili, pellegrini provenienti da tutto il mondo, i quali necessitano di una particolare attenzione da parte nostra per realizzare un’adeguata accoglienza.
3. Negli ultimi anni si sta verificando un cambiamento generazionale all’interno dell’Associazione. Come vedi predisposti i giovani?
Il cambiamento generazionale al quale stiamo assistendo è un passaggio naturale. L’importanza fondamentale che riveste ogni cambiamento generazionale consiste nella capacità di preservare e trasmettere l’eredità ai giovani sia dei valori intrinseci che del modus operandi maturato negli anni. L’elevato numero di domande e l’ingresso di molti nuovi giovani Soci ci portano necessariamente a considerare l’altissimo valore morale che è stato raggiunto dalla nostra Associazione e che viene percepito. Il percorso formativo dei neofiti è della più alta levatura grazie alla formazione apostolica che viene profusa dagli Assistenti Spirituali e dai loro collaboratori durante il biennio previsto per gli Aspiranti e il triennio per gli Allievi. Successivamente, è compito peculiare di ciascun Dirigente, che si avvale della collaborazione di Capi Squadra, Vice Capi Squadra e Soci anziani, dare ai nuovi membri della propria Sezione l’adeguata formazione tecnico-pratica, elemento fondamentale per lo svolgimento dei servizi istituzionali. Con tale impostazione i giovani hanno, dal mio punto di vista, le potenzialità necessarie per portare avanti i servizi che da tanti anni l’Associazione rende al Santo Padre con fedeltà e dedizione.
4. Dal punto di vista operativo ci sono state delle evoluzioni nel servizio. Come le valuti?
Ritengo che l’evoluzione dell’approccio al servizio, dal punto di vista operativo, sia semplicemente una naturale conseguenza dell’evoluzione del contesto sociale in cui il servizio stesso viene prestato. Lo stesso San Giovanni Paolo II ha voluto definire, memorabilmente, la nostra Associazione come “l’Associazione della casa del Papa”. Il Sodalizio ha, come sua peculiare caratteristica, quella di offrire un servizio diretto al Santo Padre. Siccome ogni Papa è diverso e i tempi cambiano in continuazione, è naturale adattare l’approccio e la modalità di svolgimento del servizio, conformandolo alle nuove esigenze ed al contesto che negli anni si va profilando.
5. Numerosi Soci hanno vissuto il Grande Giubileo del 2000 e hanno ormai conosciuto diversi Papi. Quale è l’importanza di queste esperienze?
Ritengo che l’esperienza, in quanto tale, sia essa stessa una ricchezza di rilevante importanza, che è sempre importante tramandare ai più giovani, a maggior ragione quando riguarda un periodo storico come quello del passato recente che ha visto il Giubileo e i pontificati di diversi grandi Papi. La profonda esperienza di coloro che hanno vissuto, soprattutto, quest’ultimo quindicennio rimane senza dubbio una preziosissima risorsa della quale dobbiamo fare tesoro sia per il presente che per il futuro dell’Associazione.
6. Si percepisce o meno la richiesta di una maggiore formazione, sia dal punto di vista spirituale che da quello operativo/comportamentale?
Sicuramente la formazione, sia quella spirituale che culturale-comportamentale, da sempre rappresenta una ricchezza che qualifica e valorizza la personalità di ciascun individuo. Il percorso formativo che i neofiti si trovano ad affrontare ritengo che sia già ben articolato e completo sia sotto il profilo spirituale che comportamentale. Ciò non to- glie che ci troviamo a vivere in un’epoca nella quale i contesti socio-culturali sono soggetti a rapidi cambiamenti e per questo è auspicabile prestare la massima attenzione al cambiamento cercando di adeguare parallelamente il per- corso formativo verso contesti socio-culturali che si profilano via via sempre più globalizzati ed interdipendenti.
7. Rimanendo volontari ed animati da uno spirito di ser- vizio, come si può essere sempre più organizzati ed efficienti?
Diretta erede delle principali funzioni istituzionali della Guardia Palatina d’Onore, la Sezione Liturgica costituisce il “cuore operativo” dell’Associazione Ss. Pietro e Paolo. L’Associazione è responsabile di una pluralità di importanti servizi all’interno della Santa Sede, collaborando con diversi organismi ed uffici. Perciò, è indispensabile protendere verso una sempre migliore e più efficiente organizzazione per permettere di svolgere adeguatamente i servizi affidati. Questo “volontariato organizzato” si rende necessario vista la molteplicità delle funzioni che la Sezione Liturgica è chiamata a svolgere, nonché il particolare contesto in cui le attua: la Città del Vaticano.
8. Come si sta evolvendo il ruolo dei Capi Squadra?
Il ruolo di Capo Squadra si evolve in un’ottica di maggiore impegno e responsabilità. Se aumenta la complessità da gestire, aumenta proporzionalmente l’impegno da profondere. Oggi i Capi Squadra sono chiamati a gestire squadre che, dovendo svolgere servizi molto impegnativi, collaborando con altri organismi, necessitano di un maggiore supporto e coordinamento per l’espletamento del servizio stesso.
9. Hai qualche parola conclusiva per i soci?
Innanzitutto mi sento di ringraziare tutti i Soci per la fiducia ed i consensi accordatemi. In più di venti anni trascorsi in Associazione, ho avuto modo di maturare un forte sentimento di fedeltà e fattiva collaborazione con l’obiettivo di prestare un servizio di carità cristiana, valorizzando, nel contempo, la stima e la reputazione nei confronti dell’Associazione Ss. Pietro e Paolo. Prima di propormi per la candidatura alle elezioni, ho a lungo riflettuto sull’impegno e le responsabilità che tale carica avrebbe comportato e mi sento di aver assunto la nomina con la piena coscienza dei doveri ed oneri da portare avanti. Rassicuro tutti i Soci che da parte mia ci sarà la volontà di prestare il massimo impegno affinché l’Associazione continui ad essere un faro di luce ed un valido riferimento per il Santo Padre e per la Città del Vaticano.