Eventi Vari
“IL SACERDOTE È UN DONO DEL CUORE DI CRISTO: UN DONO PER LA CHIESA E PER IL MONDO”
Nella suggestiva ed imponente cornice della Basilica romana di San Lorenzo fuori le Mura, nel tardo pomeriggio dello scorso sabato 14 luglio, Mons. Joseph Murphy ha festeggiato, con una solenne celebrazione eucaristica, il 25° anniversario dell’ordinazione sacerdotale, che avvenne l’11 luglio del 1993 nella sua parrocchia di origine in Irlanda. Per la ricorrenza, il Santo Padre Francesco ha voluto far pervenire a Mons. Joseph Murphy la sua Benedizione apostolica con firma autografa. Con il festeggiato, oltre a Mons. Paolo Borgia, Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, e a Mons. Roberto Lucchini, Vice-Assistente Spirituale dell’Associazione, hanno concelebrato anche ben altri 24 sacerdoti; il servizio all’altare, in aggiunta alla prestazione svolta dal diacono Ivano Vicini, è stato espletato dai Soci e dagli Allievi ministranti. I canti sono stati eseguiti dai cantori del gruppo Musici Sancti Petri, sotto la guida del Socio Alessandro Bacchiega, compositore delle antifone polifoniche cantate all’ingresso (Tu es sacerdos), all’offertorio (Ave Maria) e alla comunione (Laetabimur). Particolarmente suggestivo è stato il canto all’ingresso “Tu es sacerdos in aeternum, secundum ordinem Melchisedech”, tratto dal salmo 110 (109), tradizionalmente attribuito al re Davide e che di solito viene eseguito durante la liturgia dell’ordinazione presbiteriale. Oltre a quelli impegnati nel servizio d’ordine e di accoglienza dei fedeli invitati, numerosissimi sono stati i Soci, gli Aspiranti e gli Allievi, molti dei quali accompagnati dai familiari, che hanno voluto partecipare a questa significativa ricorrenza; e, con le stesse parole della preghiera dei fedeli, hanno voluto, dal profondo del cuore, augurare al loro Assistente Spirituale che “il Signore gli dia forza e salute per una rinnovata esperienza del dono ricevuto mediante l’imposizione delle mani”. Nell’omelia, il cui testo è integralmente pubblicato in queste pagine, il prelato, con riferimento alle letture proprie del giorno, si è soffermato sulla figura e sulla missione dei sacerdoti, specificando che essi sono chiamati ad “essere fedeli al compito ricevuto, quello di insegnare la verità, che è Gesù stesso […] e di servire gli uomini sul modello del Buon Pastore”; in apertura, nel rendere grazie a Dio per l’immenso dono del sacerdozio, ha fatto proprie le parole che Papa Benedetto XVI pronunciò pochi giorni dopo la conclusione dell’Anno Sacerdotale: “Il sacerdote è un dono del Cuore di Cristo: un dono per la Chiesa e per il mondo”. Prima della conclusione della Santa Messa, Mons. Paolo Borgia ha dato lettura del messaggio augurale e della Benedizione apostolica che il Santo Padre ha voluto inviare a Mons. Joseph Murphy in occasione di questa giornata giubilare, aggiungendo, tra l’altro, che il festeggiato è stato confermato alla guida spirituale dell’Associazione per un altro quinquennio; la notizia è stata coralmente accolta con un caloroso e prolungato applauso. Al termine della celebrazione eucaristica, nel suggestivo chiostro della Basilica, i presenti si sono stretti attorno al festeggiato per rivolgergli espressioni augurali e sentimenti di stima e affetto; Mons. Joseph Murphy, da parte sua, non ha mancato di manifestare gratitudine e riconoscenza per tanta vicinanza, intrattenendosi personalmente con ogni singolo partecipante. La serata, infine, allietata dalle note della fanfara dell’Associazione, che ha eseguito un ricco e variegato repertorio, si è conclusa con un momento di festosa convivialità.
LA VISITA DI MONS. XUEREB IN ASSOCIAZIONE
Alla presenza di numerosi Soci, Aspiranti ed Allievi, che per l’occasione affollavano la Cappella sociale, domenica 11 marzo 2018, IV di Quaresima, che nella Chiesa risuona con l’acclamazione “Laetare”, cioè con l’invito alla gioia, essendo la Pasqua ormai vicina, Mons. Alfred Xuereb ha voluto fare visita all’Associazione e celebrare l’Eucaristia domenicale in Cappella. Una visita che può essere più propriamente considerata un gradito ritorno; Mons. Alfred Xuereb, infatti, è di casa nel Sodalizio e, in particolare, in questa Cappella, avendo svolto nell’Associazione, come è noto, dopo una collaborazione quinquennale come Vice-Assistente Spirituale (dal 1997 al 2002), la funzione di Assistente Spirituale (incarico esercitato per un ulteriore quinquennio, dal 2002 al 2007, fino a quando venne chiamato alla Segreteria Particolare del Santo Padre). Con il Prelato, hanno concelebrato l’Assistente Spirituale Mons. Joseph Murphy, il Vice-Assistente Spirituale Mons. Roberto Lucchini e Don Adriano Giuseppe Agnello. Nell’omelia della celebrazione eucaristica, che ha offerto in suffragio dei Soci e dei Presidenti defunti, Mons. Alfred Xuereb si è soffermato a lungo sulle letture del giorno (2Cr 36, 14-16 19-23; Ef 2, 4-10 e Gv 3, 14-21), ponendo all’attenzione degli astanti, in particolare, la seconda lettura: la lettera di San Paolo agli Efesini, laddove l’apostolo afferma che “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati”. Che preziosi, singolari e gioiosi privilegi, ha affermato il celebrante, richiamando così e dando senso all’appellativo “Laetare”, che caratterizza questa domenica di “gioia”. E sempre richiamandosi alla seconda lettura, con le stesse parole dell’apostolo ha affermato che “Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da noi, ma è dono di Dio”. E, forte di questa affermazione, avviandosi a concludere, ha esortato i presenti a chiedere al Signore di essere aiutati ad approfondire e ad accrescere la fede, perché è solo con questo dono, con il dono della fede, che potremo essere salvati. Al termine della Santa Messa, il Presidente Calvino Gasparini, a nome di tutta l’Associazione, ha donato a Mons. Alfred Xuereb un artistico pastorale.
IL SANTO PADRE, NELLA BASILICA VATICANA, HA CONFERITO L’ORDINAZIONE EPISCOPALE A MONS. ALFRED XUEREB E LO HA NOMINATO NUNZIO APOSTOLICO IN COREA DEL SUD E MONGOLIA.
Mons. Alfred Xuereb, che, dopo un quinquennio da Vice-Assistente Spirituale, l’8 ottobre 2002, venne nominato Assistente Spirituale dell’Associazione, incarico che ha ricoperto per un ulteriore quinquennio, fino all’autunno del 2007, allorquando venne chiamato a prestare il suo servizio nella Segreteria Particolare del Santo Padre, è stato nominato Nunzio Apostolico in Corea del Sud e in Mongolia e, in pari tempo, elevato alla sede titolare di Amantea, con dignità di Arcivescovo.
Il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede dello scorso 26 febbraio, nel dare notizia della nomina di Mons. Alfred Xuereb a Nunzio Apostolico, ne traccia un breve profilo biografico informando che è nato a Gozo (Malta) il 14 ottobre 1958 ed è stato ordinato sacerdote il 26 maggio 1984 e si è incardinato a Gozo.
Dopo aver conseguito la laurea in teologia ha iniziato il servizio amministrativo presso la Segreteria del Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense nel settembre 1991.
Il 1° settembre 1995, è stato trasferito alla Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato; nel novembre 2000, alla Prefettura della Casa Pontificia; l’11 settembre 2007, alla Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato (presso la Segreteria Particolare di Benedetto XVI) e il 15 marzo 2013, presso la Segreteria Particolare di Papa Francesco.
Il 28 novembre 2013, è stato nominato Delegato per la Pontificia Commissione referente sull’Istituto per le Opere di Religione e per la Pontificia Commissione referente di studio e di indirizzo sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede.
Infine, il 3 marzo 2014, è stato nominato Prelato Segretario Generale della Segreteria per l’Economia.
Conosce l’italiano, l’inglese, il tedesco, il portoghese e il francese.
Il rito dell’ordinazione episcopale di Mons. Alfred Xuereb, presieduto da Papa Francesco nella Basilica Vaticana, è avvenuto nel pomeriggio dello scorso lunedì 19 marzo, solennità di San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine; nel corso della Santa Messa, il Santo Padre ha conferito l’ordinazione episcopale anche ad altri due presbiteri: Mons. Waldemar Stanislaw Sommertag, del clero della Diocesi di Pelplin (Polonia), che il 15 febbraio 2018 è stato nominato Nunzio Apostolico in Nicaragua, e Mons. José Avelino Bettencourt, del clero dell’Arcidiocesi di Ottawa (Canada), che il 26 febbraio 2018 è stato nominato Nunzio Apostolico in Georgia e in Armenia; fino alle rispettive nomine episcopali, Mons. Waldemar Stanislaw Sommertag prestava servizio presso la Segreteria di Stato, come segretario particolare di S.E. Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, mentre Mons. José Avelino Bettencourt è stato, per oltre cinque anni, Capo del Protocollo della Segreteria di Stato.
Nell’omelia, che qui di seguito viene pubblicata pressoché integralmente, il Papa ha invitato i presenti a riflettere sull’alta responsabilità ecclesiale alla quale vengono promossi questi tre presbiteri, precisando che “Il Signore nostro Gesù Cristo inviato dal Padre a redimere gli uomini mandò a sua volta nel mondo i dodici apostoli, perché pieni della potenza dello Spirito Santo annunziassero il Vangelo a tutti i popoli e riunendoli sotto un unico pastore, li santificassero e li guidassero alla salvezza”.
Ed ha insistito che “Al fine di perpetuare di generazione in generazione questo ministero apostolico, i Dodici si aggregarono dei collaboratori trasmettendo loro con l’imposizione delle mani il dono dello Spirito ricevuto da Cristo, che conferiva la pienezza del sacramento dell’Ordine. Così, attraverso l’ininterrotta successione dei vescovi nella tradizione vivente della Chiesa si è conservato questo ministero primario e l’opera del Salvatore continua e si sviluppa fino ai nostri tempi. Nel vescovo circondato dai suoi presbiteri è presente in mezzo a voi lo stesso Signore Gesù Cristo, sommo sacerdote in eterno”.
“È Cristo – ha aggiunto il Pontefice – che nel ministero del vescovo continua a predicare il Vangelo di salvezza e a santificare i credenti, mediante i sacramenti della fede. È Cristo che nella paternità del vescovo accresce di nuove membra il suo corpo, che è la Chiesa. È Cristo che nella sapienza e prudenza del vescovo guida il popolo di Dio nel pellegrinaggio terreno fino alla felicità eterna”.
Il Papa ha, dunque, esortato i fedeli ad accogliere “con gioia e gratitudine questi nostri fratelli, che noi vescovi con l'imposizione delle mani oggi associamo al collegio episcopale. Rendete loro l’onore che si deve ai ministri di Cristo e ai dispensatori dei misteri di Dio, ai quali è affidata la testimonianza del Vangelo e il ministero dello Spirito per la santificazione. Ricordatevi delle parole di Gesù agli Apostoli: «Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza Me e chi disprezza Me, disprezza Colui che mi ha mandato»”.
Rivolgendosi, quindi, ai tre nuovi Arcivescovi, Papa Francesco ha detto “Quanto a voi, fratelli carissimi, eletti dal Signore, riflettete che siete stati scelti fra gli uomini e per gli uomini, siete stati costituiti nelle cose che riguardano Dio. Non per altre cose. Non per gli affari, non per la mondanità, non per la politica. «Episcopato» infatti è il nome di un servizio, non di un onore. Poiché al vescovo compete più il servire che il dominare, secondo il comandamento del Maestro: «Chi è il più grande tra voi, diventi come il più piccolo. E chi governa, come colui che serve». Fuggite dalla tentazione di diventare principi”.
“Annunciate la Parola in ogni occasione: opportuna e non opportuna. – ha proseguito il Papa – Ammonite, rimproverate, esortate con ogni magnanimità e dottrina. E mediante l’orazione e l’offerta del sacrificio per il vostro popolo, attingete dalla pienezza della santità di Cristo la multiforme ricchezza di Dio. La preghiera del vescovo: il primo compito del Vescovo. Quando sono andate dagli apostoli le vedove degli ellenisti a lamentarsi perché non si preoccupavano tanto di loro, si sono riuniti e, con la forza dello Spirito Santo, hanno inventato il diaconato. E Pietro, quando spiega questo, cosa dice? «Voi fate questo, questo e questo; a noi, la preghiera e l’annuncio della Parola» (cfr At 6,1-7). Primo compito del vescovo è la preghiera. Un vescovo che non prega non compie il suo dovere, non adempie la sua vocazione”.
“Nella Chiesa a voi affidata – ha continuato – siate fedeli custodi e dispensatori dei misteri di Cristo, posti dal Padre a capo della sua famiglia; seguite sempre l’esempio del Buon Pastore, che conosce le sue pecore, da esse è conosciuto e per esse non ha esitato a dare la vita.
Amate con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio vi affida. Anzitutto, i presbiteri e i diaconi, vostri collaboratori nel ministero. Vicinanza ai presbiteri, per favore: che possano trovare il vescovo nel giorno stesso in cui lo cercano, o al massimo il giorno dopo. Vicinanza ai sacerdoti. Ma anche vicinanza ai poveri, agli indifesi e a quanti hanno bisogno di accoglienza e di aiuto. Esortate i fedeli a cooperare all’impegno apostolico e ascoltateli volentieri”.
E, avviandosi alla conclusione, Papa Francesco ha esortato i tre nuovi Nunzi Apostolici ad avere “viva attenzione a quanti non appartengono all’unico ovile di Cristo, perché essi pure vi sono stati affidati nel Signore. Ricordatevi che nella Chiesa cattolica, radunata nel vincolo della carità siete uniti al Collegio dei vescovi e dovete portare in voi la sollecitudine di tutte le Chiese, soccorrendo generosamente quelle che sono più bisognose di aiuto”.
“E vigilate, – li ha spronati – vigilate con amore su tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo vi pone a reggere la Chiesa di Dio. E questo, fatelo nel nome del Padre, del quale rendete presente l’immagine; nel nome di Gesù Cristo, suo Figlio, dal quale siete costituiti maestri, sacerdoti e pastori. E nel nome dello Spirito Santo che dà vita alla Chiesa e con la sua potenza sostiene la nostra debolezza”.
Oltre ai Soci e agli Allievi che hanno servito all’altare come ministranti e a quelli della Sezione Liturgica che hanno prestato il servizio di vigilanza e di accoglienza dei fedeli e dei pellegrini, numerosi sono stati i Soci che hanno voluto assistere al suggestivo rito dell’ordinazione episcopale e stringersi intorno a Mons. Alfred Xuereb per manifestargli, in questo giorno così importate per la sua vita e per la sua missione sacerdotale, il loro affetto e la loro stima.
L’Assistente Spirituale, prima dell’inizio della celebrazione eucaristica, ha ringraziato il Cardinale che, nonostante la sua avanzata età e il suo stato di salute, che risente di ben 28 anni di torture, di carcere e di lavori forzati, ha voluto accettare l’invito a presiedere l’Eucaristia domenicale in Associazione.
L’omelia, centrata sul passo evangelico di Giovanni, che in questa III domenica di Avvento propone l’annuncio e la figura del precursore: Giovanni il Battista (Gv 1,6-8. 19-28); brano che ha datop0405 spunto al porporato, in particolare in questo periodo di Avvento, per invitare i presenti ad incamminarsi, sull’esempio della vita e della predicazione del Battista, verso il Signore. “Tutto porta a Cristo”, ha ripetuto con forza e con quella fede marcata dalle sue tante prove personali; l’omelia è proseguita con l’invito, altrettanto forte e ripetuto, rivolto agli astanti e a se stesso, a riflettere e a cercare possibili risposte ad una domanda: “che vale l’uomo se prende tutti i premi del mondo, ma non salva la sua anima?”. Ha, inoltre, sottolineato come Giovanni Battista, per testimoniare la fede in Gesù, Figlio di Dio e Messia, versò il suo sangue, dedicando tutta la sua vita alla preghiera; nello stesso modo, ha esortato anche i presenti, per guadagnare il regno dei cieli, a pregare senza interruzione, così come ha insegnato Gesù. Con la preghiera, soprattutto con la recita del Rosario resteremo sempre vicini a Gesù. Gesù vuole che tutti gli uomini vivano nella gioia e per questo ci ha inviato sua Madre, la Vergine Maria che da 100 anni parla da Fatima con l’impegno di salvare tutta l’umanità. Se preghiamo tutti i giorni, Gesù vivrà nel nostro cuore. “Il mondo passa e finisce, ha concluso il Cardinale Ernest Simoni, ma l’amore per Gesù resta per l’eternità. Adoriamo Gesù e preghiamo il Santo Rosario, che ci darà la pace e la salvezza”.
Esemplificativa della sua straordinaria fede e della sua profonda devozione in Gesù è stato il modo con cui, dopo aver distribuito la comunione a molti fedeli, tornando alla sede e in attesa che uno dei concelebranti riponesse l’Eucaristia nel tabernacolo, è rimasto prostrato in ginocchio, riflettendo sul mistero della Incarnazione della gioia che ci è stata donata nel poter: «entrare in comunione con Dio “mangiando del Corpo di Cristo”».
A termine del rito, i celebranti si sono portati processionalmente verso il presepio allestito nella Sala dei Papi dove il Cardinale ha proceduto alla sua inaugurazione e alla sua benedizione.
La solida tempra del porporato, specchio visibile della sua levatura morale e spirituale, gli ha consentito di intrattenere successivamente i presenti in una lunga conferenza, interamente svolta in piedi, sulla sua tormentata esperienza di vita, senza manifestare mai alcun segno di stanchezza e di affaticamento, indice questo della forza che lo sostiene ogni qualvolta che annuncia la parola del Signore. Esempio di fede testimoniata anche dalla sua travaglia vita, che, per amore della croce di Cristo, lo ha visto a lungo imprigionato, segregato e condannato per oltre trent’anni ai lavori forzati nelle fogne e, per due volte, addirittura condannato a morte; eroe moderno, esempio per tutti, testimone autentico della fede, che, come ha detto con tanta serenità, ha perdonato i suoi aguzzini, sull’esempio dell’amore infinito e misericordioso del Signore Gesù.
Inizio pagina |