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Periodico dell'Associazione

 

 

 

 

 

Aspiranti - Articoli

Anno 2019 - Ritiro Spirituale di Quaresima
Lo scorso 7 aprile, presso la Casa di Esercizi Spirituali dei Santi Giovanni e Paolo, si è svolto il ritiro spirituale di Quaresima. Pur essendo la città di Roma bloccata a causa della manifestazione sportiva della Maratona, l’incontro, come è tradizione, ha visto la presenza di tanti Soci ed Aspiranti.
Il ritiro spirituale è iniziato al mattino presso la Cappella del Convento, dove sono state recitate le Lodi, seguite da un momento di preghiera e di raccoglimento che ha preparato lo spirito al resto della giornata.
ra1 Padre Antonino, della Congregazione dei Passionisti, ha guidato i presenti al primo tema di riflessione: il cammino che ciascun credente compie nella Quaresima verso la Pasqua. Egli ha iniziato leggendo il brano della Genesi (18, 1-10) che narra dell’annuncio fatto ad Abramo circa il bambino che presto sarà partorito da sua moglie Sara. Con tale brano, padre Antonino ha invitato gli astanti a non vivere la Quaresima come un tempo «isolato» dalla Pasqua, ma come un tempo «favorevole», cioè introduttivo, alla preparazione ed alla gioia pasquale. Un tempo durante il quale noi fedeli dobbiamo chiederci cosa possiamo offrire al Signore affinché Egli, benevolmente, si fermi presso di noi, così come fecero i tre uomini – manifestazione di Dio – presso la tenda di Abramo.
La Pasqua, compimento del percorso iniziato con la Quaresima, deve quindi assumere un significato dinamico: come per Israele è il passaggio dalla schiavitù alla libertà, per il Cristo è il passaggio dalla morte alla Resurrezione, per ciascun cristiano deve essere un passaggio ad una vita nuova. La Quaresima, quindi, non deve portare sensazioni di tristezza o angoscia, ma deve essere un momento di preparazione, vissuto in modo serio e profondo, alla gioia della Pasqua.
Al termine della prima riflessione, Padre Antonino si è soffermato sulla Quaresima che deve anche essere vissuta come un segno sacramentale di conversione, che chiama ciascuno di noi ad un percorso di rinnovamento in ogni aspetto della propria vita personale, sociale e familiare.
ra1 Dopo una breve pausa, durante la quale i presenti hanno meditato sui temi esposti, Padre Antonino ha introdotto il secondo tema di riflessione: l’esperienza limite vissuta come Grazia. Il relatore, citando Sant’Ignazio, ha subito evidenziato come si debba disporre l’animo per godere appieno degli esercizi spirituali: “Giova molto che chi fa gli esercizi li intraprenda con animo aperto e generoso verso il suo Creatore e Signore, mettendogli a disposizione tutta la propria volontà e libertà, in modo che la divina maestà possa disporre di lui e di quanto possiede secondo la sua santissima volontà”.
Dopo aver riflettuto sull’esperienza estrema vissuta da San Paolo Apostolo, il Padre Passionista si è soffermato su un brano del Libro dei Re (17, 9-15), ove si racconta l’esperienza limite vissuta dalla vedova di Zarepta, da suo figlio e dal profeta Elia. La fede dimostrata dalla vedova, prossima col figlio alla morte per mancanza di cibo, deve essere per ogni credente, ha sottolineato il relatore, la spinta a non farsi sopraffare da quelle situazioni o problemi apparentemente senza via d’uscita. La fede della vedova ci insegna che Dio è sempre misericordioso verso di noi, a patto che, aiutati dalla preghiera, ci si disponga con fiducia alla rassicurante promessa del “non temere”. Padre Antonino ha poi ricordato molte altre “situazioni limite” o “situazioni disperate” che, grazie alla fede, sono state trasformate in momenti di Grazia, come quella vissuta dalla vedova del Tempio (Mc 12, 38-44), la quale, come la donna di Zarepta, pur in pericolo di vita per la sua estrema povertà, non esita a donare tutto il suo avere (le due monetine): senza indugio Gesù indica ai discepoli la povera vedova come colei che ha donato più di tutti gli altri.
Terminato il secondo momento di riflessione, a mezzogiorno, è stata celebrata la Santa Messa e nel pomeriggio, guidati dal Vice-Assistente Spirituale Mons. Roberto Lucchini, tutti i presenti hanno percorso la Via Crucis lungo i giardini del Convento. Il ritiro spirituale si è dunque concluso nella Cappella con l’adorazione del Santissimo Sacramento.
Senza dubbio, è stata una giornata molto intensa a livello spirituale, specialmente nei momenti di raccoglimento, che hanno rafforzato in tutti i presenti la consapevolezza della salvezza, attraverso la fede, nel cammino quaresimale verso la Pasqua.

Maurizio Curreli

Anno 2018 - Ritiro di Avvento
Lo scorso 18 novembre si è svolta la giornata di ritiro spirituale. Come è consuetudine, siamo stati accolti e ospitati nella casa dei Padri Passionisti; un luogo ed una cornice suggestivi che hanno accompagnato l’inizio del percorso interiore e di vita che stiamo intraprendendo. L’incontro ha rappresentato un momento di alto contenuto e di profondo confronto che sicuramente costituisce la base spirituale e culturale consona a definire la natura del nostro cammino religioso.
La giornata è stata cadenzata da diversi momenti: di preghiera, di meditazione e di approfondimento culturale, religioso e morale; elementi questi che si configurano in un ambito rappresentativo ampio, profondo e completo del percorso religioso individuale.
Al mattino, dopo le preghiere e la Santa Messa, ra1il Vice-Assistente Spirituale Mons. Roberto Lucchini ha introdotto e chiarito le tematiche di meditazione e di approfondimento, definendo chiaramente alcuni dei paradigmi fondanti che orientano la dimensione della fede e della ragione e del legame necessario che intercorre in questi due aspetti; unitamente vi è stato un approfondimento di alcuni passi del Vangelo di Luca.
La ragione e la fede non vivono e non devono essere nutrite separatamente; la speranza, lo spirito caritatevole, l’orientamento del nostro cuore ad accogliere Dio e la disponibilità del nostro animo ad ascoltare la sua voce, costituiscono, insieme alla speranza nell’aiuto divino, un architettura solida e una declinazione di vita cristiana che permettono il momento apicale di passaggio e di superamento della ragione come aspetto reale, fisico e quotidiano della nostra vita materiale verso la trascendenza che realizza il dono della fede. Due dimensioni, quindi, che necessariamente devono alimentarsi vicendevolmente, per permettere il raggiungimento di una percezione, prima, e di una certezza di fede, successivamente.
Le ultime parole del libro dell’Apocalisse, costantemente presenti e vive nella liturgia, concludono la dimensione della rivelazione divina e costituiscono una invocazione forte dell’uomo verso Dio per entrare a far parte di quel luogo mistico costituito dalla salvezza divina.
Il tempo di Avvento, che stiamo percependo, realizza la dimensione e la struttura dell’aiuto che Dio concede all’uomo. ra2La storia umana, spesso disseminata di dolore e tradimento, causati dalla cecità dell’uomo che interpreta ed utilizza la libertà come una sterile ed effimera lontananza da Dio, in realtà mostra anche, e con grande forza, il desiderio proprio nei momenti più complessi di riconciliarsi con le grazie inesauribili di Dio.
Dio attende, con l’amore di un padre, il ritorno sincero di suo figlio, perdonando e comprendendo la confusione che lo ha allontanato. L’uomo, nel momento catartico della comprensione degli errori nati da una sua finta percezione e concezione di liberta, come affermato nel Vangelo, “ritorna in sé” e chiede l’aiuto e il perdono; la preghiera, come mezzo per entrare in comunione con Dio, realizza questa rinnovata unione, che nella dimensione divina peraltro non è mai venuta meno. Nelle ore successive, i partecipanti hanno vissuto anche un momento di convivialità nel pranzo offerto dai nostri ospiti, dove si è respirata una atmosfera piacevole e serena, da tutti condivisa con vero spirito di comunità.
Il congedo è stato caratterizzato da un momento di intensità nella recita del Santo Rosario, nella contemplazione e nella Benedizione Eucaristica finale. Una giornata piena di significato; una giornata che è stata un tesoro prezioso e un seme da coltivare insieme; un ringraziamento, quindi, al Presidente, agli Assistenti Spirituali e a tutti coloro che, con sacrificio e dedizione, si sono impegnati per la buona riuscita della giornata.
Anno 2018 - Ritiro Spirituale di Quaresima
Lo scorso 18 febbraio, sotto una poggia insistente, si è svolto, presso la Casa di Esercizi Spirituali dei Santi Giovanni e Paolo dei Padri Passionisti al Celio, il ritiro spirituale di Quaresima.
I numerosi Soci ed Aspiranti presenti, accompagnati dal Vice-Assistente Spirituale Mons. Roberto Lucchini, si sono ritrovati nella Cappella della Casa per la recita delle Lodi Mattutine; successivamente, Padre Graziano Leonardo, CP, ha tenuto la prima meditazione e, con il suo innato dono della comunicazione, unito alla sua esperienza di dotto biblista, ci ha introdotto a questo ritiro spirituale in preparazione della Pasqua. Alcune sue osservazioni, ci hanno colpito molto: ci ha fatto notare come i luoghi simili a questa Casa, in cui si può trovare la giusta dimensione della “solitudine”, sono i luoghi privilegiati per accogliere nel nostro cuore Gesù. È lo stesso bisogno, di solitudine-intimità, che ebbe Nostro Signore, subito dopo il Battesimo nel fiume Giordano: il bisogno di ritirarsi per quaranta giorni nel deserto dove sarà tentato per tre volte dal diavolo (Mt 4,9).
La Quaresima è un tempo speciale, un tempo di preparazione, così come il contadino che prepara con cura il terreno prima della semina. Padre Graziano ci ha spiegato, inoltre, che nel Vangelo di Marco è descritto brevemente il passo di Gesù nel deserto, mentre in quello di Matteo questo passo è molto più articolato e con riferimenti biblici del Vecchio Testamento; Gesù resta nel deserto 40 giorni e 40 notti (40 – giorni o anni – è un numero che si ripete nella Bibbia), poi ebbe fame e venne tentato dal diavolo per tre volte.
La meditazione è, quindi, proseguita proiettandosi nella spiegazione del misticismo. Il mistico si sente peccatore perché avverte tutta la sua fragilità e la sua debolezza; sente il bisogno di abbassarsi, di spogliarsi, di privarsi di qualcosa; non si può essere mistici senza ascesi, per poter vivere il tempo della purificazione dalle proprie prepotenze, ingordigie, omertà, omissioni e incoerenze. Quindi, la Quaresima come tempo in cui lo spirito rinasce dalla morte del peccato e si riconcilia con Dio Salvatore (ascesi).
Dopo una breve pausa di riflessione, si è tenuta la seconda meditazione, nella quale Padre Graziano Leonardo ha preso come riferimento il messaggio quaresimale di Papa Francesco. Il Santo Padre “provoca”, in quanto parla per esperienza vissuta e utilizza un brano tratto dal Vangelo di Matteo (Mt 24 – 12): “Per il dilagare dell’iniquità, l’amore dei più si raffredderà”.
Il concetto di amore proiettato nella vita di oggi con vari esempi di come adesso viene dimostrato e di come ora tante coppie “falliscono”, ha detto: “è finito l’amore!”, ma l’amore può finire?; no, Dio è amore, quindi l’amore non può finire; da qui il concetto utilizzato dal Santo Padre di iniquità, cioè il frutto di ciò che è ingiusto che porta all’iniquità ossia alla mancanza di amore.
Nel suo messaggio quaresimale, Papa Francesco ci pone dei moniti: – attenzione ai falsi profeti, cioè agli incantatori di serpenti che in tutti gli ambiti (aziendali, familiari, ecc.) approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone per poi portarle dove vogliono loro, anime illuse dal denaro, schiave del profitto che portano inesorabilmente nella solitudine;
– attenzione, inoltre, ai ciarlatani, cioè a coloro che offrono soluzioni semplici ed immediate, ma che si rivelano totalmente inefficaci, come è la droga, le relazioni usa e getta e i guadagni facili e disonesti.
Nel tempo di Quaresima bisogna imparare a vivere con umiltà per vincere ogni tipo di tentazione. È ancora Papa Francesco a spiegarci come si raffredda in noi la carità, come si spegne l’amore: con l’avidità per il denaro, non facendo nascere un bambino, non accogliendo un ospite di passaggio che non corrisponde alle nostre attese, non rispettando il creato che è la nostra terra. Inoltre, nelle nostre comunità si verificano accidia egoista, pessimismo sterile, tentazione di isolarsi e mentalità mondana.
Padre Graziano ha concluso la sua meditazione con un invito alla introspezione, un invito tipico della Quaresima: “di cosa ho bisogno per essere purificato?” e, di conseguenza, “quale fioretto posso fare?”. La giornata, caratterizzata, come detto, dal maltempo, non ci ha consentito di utilizzare il parco; il ritiro spirituale è, quindi, proseguito all’interno dello splendido complesso dei Padri Passionisti con la celebrazione della Santa Messa, il pranzo nel refettorio, la Via Crucis, i Vespri e la Benedizione finale.

Marco Alessandrini e Massimo Sorbello

Anno 2017 - Ritiro Spirituale di Quaresima

“Cristo è la mia forza, è Lui che vive in me”

La scorsa domenica 5 Marzo, prima di Quaresima, si è svolto il ritiro spirituale per i Soci e per gli Aspiranti presso la Casa dei Padri Passionisti ai Santi Giovanni e Paolo al Celio. Dopo la preghiera delle Lodi presieduta dal Vice-Assistente Spirituale Mons. Roberto Lucchini, Padre Graziano Leonardo, dei Padri Passionisti (CP), ha introdotto la meditazione sulla Penitenza e sulla chiamata alla santità dei cristiani, prendendo spunto dalla lettera ai Romani di San Paolo (cfr. Rm 6,15-20;13,11-12).r01 P. Graziano ha posto all’attenzione dei presenti la “necessità” della presenza del peccato nella vita dell’uomo, di come esso sia paradossalmente funzionale all’espletamento della missione salvifica di Gesù, nostro Salvatore. Infatti è proprio in virtù del peccato che Gesù è penetrato nella vita dell’uomo per restituirgli la piena dignità di figlio di Dio. Grazie a Gesù risorto, l’uomo è definitivamente liberato dai vincoli del peccato, libero di gustare la gioia della comunione con Dio, ancorato a Cristo. La condizione sacramentale dell’essere battezzati, incorporati cioè nella Chiesa in quanto credenti, non è sufficiente a conformare i cristiani alla “sequela Christi”; ciascun battezzato, chiamato a testimoniare la “gioia del risorto e dell’essere figlio della luce”, ha l’urgenza di riscoprire la consapevolezza del peccato per assaporare l’azione salvifica di Gesù Cristo che si è fatto peccato per noi, per sconfiggerlo, per redimerci.r02 Alla scoperta della “bellezza dello stare con Gesù, della gioia di una vita cristiana” consegue l’imperativo della testimonianza di questa gioia. Ed è proprio dalla consapevolezza del sentirsi risorti e salvati che scaturisce la forza ed il coraggio di “diffondere la gioia dell’essere risorti, la propagazione di questa energia salvifica e contagiosa che consiste nella fede in Gesù Cristo glorioso”. In definitiva, celebrare la Pasqua significa proprio vivere in quella luce e in quella gioia che ci appartengono in quanto battezzati e riconciliati in Cristo; è questa la chiamata alla santità propria di ogni cristiano: “Cristo è la mia forza, è Lui che vive in me”. L’Eucaristia, concelebrata dal Vice-Assistente Spirituale e da P. Graziano ha concluso la prima parte del ritiro spirituale. Nel pomeriggio, i presenti hanno compiuto, nel giardino della struttura e in un clima di raccoglimento e di preghiera, il pio esercizio della Via Crucis. L’adorazione eucaristica e la preghiera dei Vespri hanno concluso la giornata; una giornata che ha proiettato tutti i partecipanti in un clima di fede gioiosa e lucente.

Maurizio Truncali

Anno 2016 - Ritiro Spirituale di Quaresima

Domenica 14 Febbraio 2016, prima di Quaresima, i Soci e gli Aspiranti hanno vissuto il consueto ritiro spirituale presso la Casa dei Padri Passionisti ai Santi Giovanni e Paolo al Celio.
Dopo la preghiera delle Lodi presieduta dall’Assistente Spirituale Mons. Joseph Murphy, Padre Alessandro Foppoli, CP, ha dettato le due meditazioni che hanno avuto come sfondo il Messaggio per la Quaresima 2016 di Papa Francesco e la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro (cfr. Lc 16, 19-31).
Con una riflessione sinottica del Messaggio e del brano evangelico, Padre Alessandro ha incentrato la sua meditazione su una parola chiave suggerita dal Santo Padre, ovvero, “poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale” (cit.). Infatti, vivere una alienazione esistenziale può significare il non essere semplicemente presenti alla realtà. È l’essere ciechi rispetto a quello che si dovrebbe vedere attorno a noi. È alienato chi vive “in alio”, cioè in altro, altrove, con il cuore e la mente catturata da altre cose.
Alla figura del ricco alienato, si contrappone la figura del povero Lazzaro che rappresenta “la possibilità di conversione che Dio ci offre e che forse non vediamo. Come il ricco della parabola che non vede Lazzaro e se lo vede non prova comprensione, così l’accecamento dell’uomo, si accompagna ad un superbo delirio di onnipotenza, in cui risuona quel demoniaco sarete come Dio (cfr. Gen 3, 5) che è la radice di ogni peccato” (cit.).
Perfino, l’immagine dei cani che leccano le piaghe di Lazzaro, sono l’esempio di figure meno alienate del ricco. Le due meditazioni ci hanno incoraggiato e spronato a superare la difficoltà dell’agire con misericordia.
La celebrazione eucaristica, dopo le due meditazioni, concelebrata da Mons. Joseph Murphy e da Padre Alessandro Foppoli, CP, ha concluso la prima parte del ritiro spirituale.
Nel pomeriggio, i partecipanti hanno compiuto il pio rito della Via Crucis con le meditazioni di Papa Francesco; è seguita l’Adorazione Eucaristica che, con la Preghiera dei Vespri, ha concluso la giornata.

Maurizio Truncali e Giuseppe Delprete

Anno 2015 - Ritiro di Quaresima

La scorsa domenica 22 Febbraio, nella suggestiva cornice della Casa di Esercizi Spirituali dei Padri Passionisti al Celio, si è svolto il secondo ritiro spirituale annuale riservato ai Soci e agli Aspiranti. La riunione è iniziata nella cappella della Casa, dove l’Assistente Spirituale Mons. Joseph Murphy ha guidato la recita delle Lodi Mattutine, preludio di una intensa giornata di preghiera e di raccoglimento. Sono seguite due meditazioni tenute dalla prof.ssa Bruna Costacurta, Professore Ordinario di Sacra Scrittura e Direttore del Dipartimento di Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana e, dallo scorso mese di ottobre, Membro della Pontificia Commissione Biblica.

Le due meditazioni sono state incentrate sulla “Predicazione di Giovanni Battista” (Mt 3, 1-12) e sul “Canto di Pellegrinaggio” (Salmo 84 [83]). La prima, all’inizio del cammino quaresimale, ci ha invitati a tornare alle origini, al Vangelo, a Dio stesso, attraverso l’appello e l’annuncio di Giovanni Battista: “Convertitevi,lp1 perché il regno dei cieli è vicino!”. La conversione intimata dalla “Voce” del Battista, da colui che “grida nel deserto”, non è una mera in-versione di marcia, ma, come ha sottolineato la prof.ssa Costacurta, una vera ed esigente “conversione a U”, su quella via e su quei sentieri del Signore, che nel nostro deserto spirituale, siamo chiamati con fiducia a “preparare” e a “raddrizzare”. Durante questo cammino di conversione, nel deserto, non deve mancare anche la preghiera incessante e misericordiosa, per rispondere all’appello che Dio continuamente ci rivolge: “Tornate, tornate, tornate...”. E il tempo di Quaresima è proprio il tempo propizio per ritornare a Dio, invitati dalla beatitudine descritta dal salmista, quella di “decidere nel proprio cuore il santo viaggio” (Sl 84 [83], 6b). Sulle parole di questo Salmo, la seconda meditazione ci ha invitati a stupirci delle “amabili dimore del Signore” (v. 2), aiutandoci ad accrescere il nostro desiderio di raggiungerlo, di camminare con lui. La sua vera dimora è la Chiesa, il tempio spirituale nei cui atri “è meglio vivere un giorno con il Signore che mille altrove” (v. 11). Queste meditazioni, incentrate sulla riconsiderazione del tempo quaresimale, come opportunità ed invito alla conversione, hanno anticipato, come in un’unica omelia, il tema delle letture della giornata, proclamate durante la celebrazione eucaristica che ha concluso la prima parte del ritiro.

Nel primo pomeriggio, nel parco della Casa, abbiamo pregato, guidati dall’Assistente Spirituale, lungo il percorso della Via Crucis, meditando su alcuni testi del compianto cardinale Carlo Maria Martini. La recita dei Vespri infine, ha degnamente concluso la giornata. Una giornata nel corso della quale abbiamo avuto modo di alternare i momenti di riflessione guidata, con quelli di riflessione personale, elaborata nel silenzio e nella meditazione personale. Momenti che ci hanno consentito di assorbire ed interiorizzare, le “piacevoli provocazioni spirituali”, che il ritiro spirituale ci ha offerto.

Giuseppe Delprete e Maurizio Truncali

Anno 2014 - La creazione, parola trasparente di Dio (Maurizio Truncali)

Una sintesi delle meditazioni svolte al ritiro spirituale dello scorso 16 novembre

Domenica 16 novembre scorso, si è svolto, presso la Casa dei Padri Passionisti al Celio, il primo dei due ritiri spirituali annuali riservati ai Soci e agli Aspiranti.

Dopo la celebrazione delle Lodi mattutine, Padre Tito Paolo Zecca, C.P. ha tenuto due incontri di meditazione su due Salmi della crea- zione: il 104 (103) e l’8. Il clima raccolto, la sapiente ermeneutica dei Salmi di valido spessore culturale, apprezzata da tutti i partecipanti, hanno creato una atmosfera che ha favorito la personale riflessione e il raccoglimento.

La mattinata si è conclusa con la celebrazione della Santa Messa presieduta da Padre Tito Paolo Zecca e concelebrata dall’Assistente Spirituale Mons. Joseph Murphy.

Nel pomeriggio, davanti al Santissimo Sacramento esposto sull’altare, prima di un intenso momento di adorazione eucaristica, i partecipanti hanno recitato il Rosario e i Vespri. La giornata si è conclusa con la benedizione eucaristica e il canto del Salve Regina.

Una giornata che, senza dubbio, ha arricchito ciascun partecipante di una esperienza vissuta, fondamentale per il prosieguo del cammino di formazione spirituale, per poter sempre meglio “rendere una particolare testimonianza di vita cristiana, di apostolato e di fedeltà alla Sede Apostolica”.

Noi ti lodiamo, Padre santo, per la tua grandezza: tu hai fatto ogni cosa an1con sapienza e amore. A tua immagine hai formato l’uomo, alle sue mani operose hai affidato l’universo perché nell’obbedienza a te, suo creatore, esercitasse il dominio su tutto il creato” (Preghiera Eucaristica IV).

Queste parole della Liturgia, pronunciate durante la Santa Messa, momento culminante del ritiro spirituale,possono considerarsi sin- tesi e risonanza di un’intera giornata di meditazione e preghiera.

Infatti, Padre Tito Paolo Zecca, C.P. – che ha predicato il ritiro – partendo dal valore della domenica comeprimo giorno della settimana, in cui siamo chiamati a contemplarean2 le opere di Dio, e quindi la creazione, ha dettato due meditazioni soffermandosi in modo particolare sui salmi 104 e 8, i cui protagonisti sono proprio Dio creatore, il creato e l’uomo.

Il salmo 104 è un inno di lode che passa in rassegna gli splendori della creazione, con chiaro affiancamento sinottico al primo capitolo della Genesi, in cui Dio sorgente di Luce, crea l’universo in tutte le sue parti: minerali, vegetali, animali; nei fenomeni atmosferici: se- reno, pioggia, neve...; nel firmamento: sole, luna stelle... e lo accompagna come un Dio Custode e Provvidente. Questo salmo ci ha richiamati alla contemplazione.

Il salmo 8, invece, ci ha invitati allo stupore. L’uomo alzando lo sguardo al cielo, mentre riconosce la grandezza e la magnificenza di Dio, ritrova se stesso e si riconosce collocato in quell’Infinito – di leopardiana memoria –an3 quale creatura fatta “poco meno degli angeli”, e letteralmente, poco meno di Dio stesso.

Su questo binario contemplazione-stupore, i partecipanti al ritiro spirituale sono stati guidati verso quell’opzione fondamentale: “scegliere solo ciò che più ci porta al fine per cui siamo stati creati” (cf. Sant’Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali, n. 23).

In questa compagine, infine, i momenti liturgici delle Lodi, dei Vespri, dell’Adorazione eucaristica, a cura e sotto la guida dell’Assistente Spirituale Mons. Joseph Murphy; l’affidamento a Maria con la preghiera del Santo Rosario e il dono di Misericordia ricevuto attraverso la disponibilità per le confessioni da parte di Padre Zecca, hanno dato rinnovato slancio a quella promessa di fedeltà, propria dell’Associazione, e che il Vangelo del giorno ha incoraggiato con la speranza viva di poter sempre “prendere parte alla gioia del padrone” (Mt 25, 23b).

 

 

 

 

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